mercoledì, luglio 13, 2005

Speriamo sia solo un'impressione

Sul Foglio di oggi è stata pubblicata un’ottima recensione. Del tipo classico che è solito trovarsi sul giornale di Ferrara: nessuna concessione alla classica modalità domanda-risposta, bensì domande “nascoste” nell’articolo e risposte che vanno quindi a comporre il corpo del pezzo stesso. Intervista, si diceva, ad opera di Paola Peduzzi a “due direttori musulman-londinesi”, Abdel Bari Atwan, direttore di al Quds al Arabi, quotidiano in lingua araba edito nella capitale inglese e Faisal Bodi, direttore di Islam Channel. Islamici moderati, si ammetterà senza riserva di dubbio. Ed è proprio questo che deve far riflettere, il fatto che due personaggi di spicco dell’informazione non arrivino ad una condanna vera e propria, ma rimangano sempre sul confine tra una (ovvia) denuncia e un non mi sento di biasimare gli attacchi. Qualche esempio? Eccovi accontentati. “il terrorismo non nasce dal nulla, ha sempre radici politiche, l’occidente deve rimuoverle […] Fuori dall’Iraq, fuori dall’Afghanistan, uno stato per i palestinesi”. Parole queste di Atwan, che poi continua tuonando “A Londra Al Qaeda ha fatto la stessa cosa che l’Ira ha fatto per anni. Perché non si è mai parlato di terrorismo cattolico? L’Occidente non ci accetta. […] si lamentano perché dicono che sono noioso (scherzando sulle sue frequenti apparizioni televisive, ndOG) con tutte le mie battute co0ntro la corruzione, la bella vita, la violazione dei diritti umani” . Dunque, Saddam non era il maestro nella violazione dei diritti umani? – e per onor del vero l’intervistatrice gliel’ha fatto notare, ottendendo come risposta “Saddam nemico, e perché? Non lo neanche mai incontrato”. Cosa c’entra l’Ira – o l’Eta o le Brigate Rosse – trattandosi di terrorismo interno, mirato da questioni di politica riguardanti i singoli paesi e che non ha come fine la demolizione della società occidentale. E poi, corruzione e bella vita non sono espressioni inserite in qualsiasi rivendicazione di strage islamista? Non sono forse due dei peccati maggiori che noi sporchi crociati occidentali siamo soliti commettere? Credo dunque che per dichiarare la propria moderazione non basta la condanna delle stragi se poi, sotto sotto, se ne condividono quasi i motivi. Ovvio che i comunicatori non possono sparare sull’opinione pubblica le loro impressioni personali, debbono tenere un certo riservo. Che viene poi subito smantellato alla prima intervista. Speriamo sia solo un’impressione.

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