Cioè, fatemi capire. Prima c’è il Fondatore di sé stesso che spara la cazzata più grossa che si ricordi abbia pronunciato e/o eseguito dai tempi in cui fondò – appunto, è il Fondatore – la Repubblica. Ovvero: “entro 20 giorni Belpietro siederà alla guida del Tg5 e Carlo Rossella verrà silurato in Mentana-mode-on”. E tutti giù a ridere. Io per primo (qui). Poi oggi viene iper-strombazzato l’arrivo di Carlo Verdelli – dopo il miracolo di Vanity Fair – sulle pagine rosa della Gazzetta dello Sport al posto di Antonio di Rosa – noterete tutti lo schema di rima baciata A-A, a sottolineare che Di Rosa non è stato sufficientemente sfruttato dalla Rcs anche come uomo-simbolo della Gazzetta oltre che come direttore. E, insomma, si libererebbe quindi un posto di direzione al settimanale femminile – ma per i maschietti – della Condé Nast. Per ora è occupato dall’ex braccio destro di Verdelli, Luca Dini. Ma per il futuro? Che quella peste del Fondatore invece abbia visto lunghissimo. Che dunque la più grande cazzata della sua vita rimanga l’aver fondato – appunto, è il Fondatore – la Repubblica trent’anni or sono, e invece la sparata sul cambio di poltrona al Tg5 fosse un invito a Rossella, anziché un’infamata? Quale invito? Come, non avete compreso? Rossella a Vanity Fair? Niente, nemmeno un piccolo solletichino? Quale uomo meglio di Carlito Rossella potrebbe prendere le briglie di un settimanale tremendamente snob come la Fierà delle Vanità? Probabilmente poi si troverebbe ancor di più a suo agio, rispetto alla poltrona da direttore che il Cav. gli ha regalato al Tg5 – togliendola dal culo a Mentana -, con Verissimo che rimande il massimo –dunque il minimo – del chic di cui si deve occupare. Solo un dubbio: nel caso Rossella vada davvero a prendere il posto che fu di Verdelli, quale futuro per la Stazione di Posta di Enrico Mentana? Via dalla pagine, o sodalizio tra ex direttori, ma soprattutto tra “entrambi trombati dal Cav.”?
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