venerdì, gennaio 20, 2006

Ma cosa sta succedendo alla sinistra? No, questa volta non si intendono le banche, gli inciuci finanziari o peggio ancora una ridicola questione morale che continuano a sbandierare per fottere qualcuno che ancora non è stato fottuto – scusate una delle mie sempre più rare parentesi: il correttore di Word, bastardo, mi ha corretto in automatico ‘fottere’ e ‘fottuto’ rispettivamente in ‘sfottere’ e ‘sfottuto’; avrei potuto lasciare, ma oggi voglio sproloquiare, per i problemi con il linguaggio mandatemi una mail. Niente scandali, dicevo. Bensì continui outing che non fanno altro che a) stupirmi b) in fondo – ma proprio in fondo – al cuore probabilmente provocarmi anche un certo piacere. Sto parlando di un altro libro scritto da gente di sinistra che parla degli omicidi di sinistra. Ai danni della destra. O meglio: di vittime di destra. Prese a sprangate solo perché missine – roba che adesso a quelli di Forza Nuova che gli farebbero? Il libro si chiama Cuori Neri ed è scritto da Luca Telese, cronista parlamentare del Giornale di Famiglia, ma non fatevi ingannare da questo: è Rifondarolo puro, tanto da esserne stato anche – per un breve periodo – del partito il portavoce. Ecco perché mi stupivo, come dicevo all’inizio. Prima ti arriva un Pansa – il quale è, chiaramente, l’unica cosa leggibile di quel bollettino di controinformazione che è l’Espresso – che ti sforna due libri sulle vittime della Resistenza. E la sinistra si divide: quelli che “Bravo Pansa” e quelli che invece “Pansa che cazzo fai? Ti sei rincoglionito”. Neanche a dirlo, nel mezzo stavano le persone intelligenti, quelle che “I libri di Pansa sono ottimi, indipendentemente dalla parte politica dello scrittore e da quella della storia, dunque ve li consiglio”. E, ancora dunque, successone editoriale. Poi succede che inizi a comprendere la storia, e ti trovi smarrito: ma come, un sacco di gente cresciuta a sinistra – e, in alcuni casi, ‘che’ sinistra – ora sta con il Cav.? E, ancora, la sinistra si divide: “Bravo Ferrara” quelli che hanno fatto come l’Elefantino, “Cazzo fai, Ferrara? Ti sei rincoglionito” quelli che ancora oggi scrivono sul manifesto. Anche qui, nel mezzo, gli intelligenti: comprano Il Foglio ma votano Ds – non Rifondazione perché ai piedi hanno le Tod’s e magari pure la barca; taluni anche la Banca, ma è un’altra storia. E mi inquinano Il Foglio, cazzo! – ma anche questa è un’altra storia. Dunque altri outing. Poi succede che compri l’ultimo numero di Vanity Fair, perché fondamentalmente sei un cazzone e non sai che farne del tempo, e leggi un pezzo di Veltroni Walter(e). Uno che, seppur in tempi recenti abbia dichiarato di non essere mai stato comunista (altro outing?), è pur sempre stato il direttore de l’Unità, dunque di sinistra lo è senza dubbio. E scrive del libro di Telese di qualche riga sopra. E lo fa quasi piangendoli, quei morti. Quei fratelli Mattei o quei poveri giovani che si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ed è qui, proprio in questo momento che i due sentimenti di cui sopra (stupore e, proprio in fondo al cuore, piacere) ti assalgono. [3000 e rotte battute per una cosa che si poteva esprimere benissimo in 300 è proprio roba mia. Ah, il colore. Ah – in seconda battuta – il blog che non aggiorno da un paio – e non fate i fiscali – di giorni].

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