venerdì, settembre 07, 2007

Qualcuno vuole togliere l'alcol ad Helsinki

Io in Finlandia ci sono stato. Qualche anno fa ho passato ad Helsinki una settimana stupenda, godendo alla vista di paesaggi stupendi, colori di cielo stupendi, gabbiani stupendi e gente stupenda. E anche stupendamente gran bevitrice. Lassù infatti, vuoi per il freddo o vuoi perché la vita se la sanno ancora godere alla grande, il consumo di alcolici è decisamente elevato, diciamo, per rendere bene l'idea, direttamente proporzionale all'odio che quel popolo prova per la Nokia o per i russi. Il venerdì e il sabato sera, soprattutto, orde di persone si riversano nel centro della città e danno vita, tra Alexanterinkatu e piazza del Senato, ad uno struscio ad alta gradazione alcolica; e non mi riferisco solamente a ragazzini in preda a voglia compulsiva di sballo o a ragazzine cicciottelle dalla carnagione lattea e dai tintissimi capelli rossi nel post delusione amorosa. No, parlo anche di mamme papà e passeggini. Tutti – eccetto i passeggini – con il loro bravo sacchetto della spesa pieno zeppo di lattine di birra e, almeno all'epoca, di questa strana bevanda chiamata Otto, sorta di limonata mischiata alla vodka, beverone pronto quindi ad essere scolato senza nemmeno doversi preoccupare delle giuste dosi. È letteralmente uno spettacolo, perché non è nemmeno lontanamente paragonabile a quelli che sono i sabato sera nostrani, sui Navigli milanesi piuttosto che a Roma Trastevere. Quello finnico è un rito famigliare, non giovanilistico. E per la gioia dei numerosi barboni, che al termine della serata – invero presto: già a mezzanotte sbaraccano tutto – fanno la raccolta delle lattine che poi frutteranno loro qualche euro – e anche in questo sono diversi da noi: dovrebbe essere così ovunque ma là pagano davvero.

Perché questo amarcord di quella settimana? Perché leggo che ad Helsinki è stato presentato il primo Partito Islamico Finlandese. La cosa per il momento necessita ancora di 5000 firme per la registrazione ufficiale, prima di poter essere parte attiva della politica, ma questo non sembrerebbe un problema. Sicuramente è più preoccupante che alla domanda circa un programma politico che preveda l'instaurazione della sharia in terra finlandese il leader Abdullah Tammi dica che “sarebbe una mossa fantastica”; ma anche qui sembrerebbe tutto nella norma. Cioè, una norma delirante, ma niente che suoni alle nostre orecchie come un proclama inedito. Così come non sarebbe inedita l'idea di non far partecipare i bambini musulmani alle gite in piscina e – anche se maggiormente incomprensibile – quella di farli ritirare dai corsi scolastici di musica. La domanda più ovvia, viste anche le abitudini dei finlandesi, è proprio come questi affronteranno l'altra proposta del neonato partito, ovvero quella di proibire la vendita di alcolici nei negozi.

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Mamma mia! Non so se in Finlandia, come in Svezia, esista il System bulaget, per il quale l'alcool viene venduto solo negli spacci statali dove devi, peraltro, fare la fila, una vera tristezza. Certo è che in quei paesi, dei cosidetti diritti umani, gli islamici, che sono aiutati in tutti i modi: casa, perstiti per aprire piccole attività, sussidi a piene mani, si sentono a nozze, ormai lì non devono neppure prendersi la briga di praticare l'infingimento, la Taqya suggerita dal corano. In Svezia, nonostante il boicottaggio decretato dall'Islam verso tutti i suoi prodotti, Ikea in testa, dopo che un disegnatore continuava a pubblicare vignette a soggetto Islam e che è dovuto riparare in Germania, un ministro dell'attuale governo ha dichiarato che bsogna essere gentili coi musulmani perchè quando diventeranno maggioranza nel paese ricambieranno la gentilezza. E per fortuna che dall'anno scorso in Svezia non ci sono più i socialcomunisti al governo!.

Allucinante anche quello che sta accadendo in GB. Non si può parlare della shoa, delle crociate, del Natale e del maialino di winnie the pooh. Che posto sf....o.
Anche il cornetto hanno proibito in UK perchè la sua forma a mezzaluna era stata creata da un pasticcere austriaco per festeggiare la vittoria sull'Islam.
Lorenza.

7:44 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Richieste deliranti dei maomettani
Nuove frontiere della censura allogena maomettana: contro l'aria e la pioggia!
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Siccome molti si stracciano le vesti, indignandosi per il "maiale-day" proposto dal leghista Calderoli (come provocazione contro i maomettani), considerandola chissà quale aberrazione, vi proponiamo una notizia di fine luglio 2007, proveniente dal Regno Unito.

Ebbene, a Coton Park, nei pressi di Rugby (nel Warwickshire), dovrebbe venir costruita un'azienda alimentare, trattante cibo animale. Un certo numero di cittadini ha protestato per la decisione, adducendo ragioni vagamente ecologiste, come la possibilità che i quartieri residenziali vengano investiti da emissioni provenienti dalla fabbrica. Tali emissioni potrebbero essere capaci di ammorbare l'aria e la pioggia locali. In realtà, secondo un rapporto pubblicato nell'agosto 2007, al 99,9%, non dovrebbero esserci problemi di alcun tipo.

Chi sono questi cittadini in protesta? Parte di essi sono maomettani, la cui comunità è numerosa nell'intera zona. Ma quali sono le ragioni di questi? Secondo costoro, la fabbrica, trattando anche carne di maiale (che, per la loro cultura, sarebbe... impura...) contaminerebbe... loro e la loro fede!

Ed è questo il punto interessante: a parte che gli islamici del posto accusano la fabbrica di trattare soprattutto carne di maiale (quando essa rappresenterebbe meno del 10% del totale lavorato), ma nelle loro proteste le ragioni ecologiste spariscono, per divenire solo culturali! E così sorge un sospetto: essendo la comunità allogena ben presente nella zona, viene da pensare che il grosso della mobilitazione non abbia ragioni di difesa ambientale, ma solo censorie, in nome della superstitio straniera. Le famiglie maomettane, infatti, si preoccupano dell'aria piena dell'odore del maiale (non delle emissioni tout-court); si preoccupano che la pioggia del posto possa essere "contaminata" dai prodotti della lavorazione del maiale (non da sostanze chimiche. Anzi! Si sono lagnati per il fatto che la carne di maiale non verrà trattata chimicamente!); ecc.

Quello che ulteriormente filtra (altro che emissioni porcine!) è la sensazione che, in nome dei desiderata allogeni, un'intera industria alimentare, quale quella del maiale (ben presente in gran parte dell'Europa) possa venir messa a rischio, così come le relative tradizioni gastronomiche, così come il puro e semplice allevamento animale! Ma, per i pirla che governano e che dominano i mezzi di comunicazione, meglio parlare di qualche "calderolata"! A costoro basta che non ci sia di mezzo al-Qaeda e va tutto bene... non ci sono problemi... continuiamo così...

Il sito della neo-costituita associazione dei residenti di Coton Park (nata per protestare contro la fabbrica):

http://www.cotonpark.co.uk/

La lettera di protesta delle famiglie maomettane del posto (la trovate anche nel collegamento segnalato sopra):

Statement from muslim families living on Coton Park, Rugby, Warwickshire

Dall'articolo "Muslims protest over pet food factory that could 'rain down' pork" (The Daily Mail, 30 luglio 2007):


http://euro-holocaust.splinder.com/

Lorenza.

Qui invece un servizio dell'ABC sulle moschee in UK, lo devo ancora guardare.

http://video.google.com/videoplay?docid=2668560761490749816

7:51 PM  

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