niente feedback negativi, ché siamo dei signori!
Io su Ebay non vendo, compro e basta. E mi piace, quando non ho di meglio da fare, passare qualche decina di minuti là dentro a curiosare, a cliccare da una parte e poi – senza accorgermene – arrivare a tutt'altra, e acquistare tutt'altro ancora. Potrei star qui a fare l'elenco delle cose bizzarre che stanno dentro il sito di aste on-line più famoso del mondo, ma non lo faccio perché c'è già qualcun altro che lo fa, con una rubrichetta settimanale, e viene pure pagato, ergo da me gratis non avrete un cazzo – al massimo, ci accordiamo con gli estremi di paypal. Ma non è questo il punto, capite. Su Ebay quando compro lascio sempre i feedback, e fino ad oggi mi è capitato che tutti i venditori ne lasciassero uno anche a me, e sempre positivo, tanto da avere un profilo utente invidiabile, una di quelle cose che “più bianco non si può”, da verginella senza peccato. Ormai i venditori si fidano ciecamente di me – e fanno bene: pago sempre e subito, e il venditore apprezza. Un paio di volte – diciamo un paio per stare sul vago, ma potrebbero essere di più – mi è capitato di dover lasciare un feedback negativo a chi non mi aveva spedito ciò per cui avevo pagato. Ma non l'ho fatto, perché è pratica molto abusata che a) io ti pago subito b) tu dici di inviarmi tutto domani c) o sei in malafede o le poste italiane da terzo mondo mi inculano il malloppo d) lascio un feedback negativo perché, in fondo, non ho ricevuto quello che mi spettava e) tu, per ripicca, ne lasci uno negativo a me anche se il mio dovere di compratore l'ho svolto al meglio. Ebay per risolvere questa cosa avrebbe potuto fare due cose. La prima, molto semplice, obbligare il venditore a lasciare un feedback al compratore non appena quest'ultimo ha pagato, senza invece aspettare di averne ricevuto uno; l'altra, togliere i commenti negativi. Ha scelto la seconda, e il compratore che c'è in me dice che va bene così.
Etichette: Ebay, Poste Italiane
1 Commenti:
Requiem per un “bel paese”
03/02/2008
E’ ovvio, il prossimo governo, con o senza elezioni, non potrà fare nulla di nuovo.
Perché l’italia non è un paese riformabile altrimenti NE ANDREBBE DELLA SUA UNITA’.
Se le tasse sono altissime e i servizi scadenti, se il costo del lavoro è esorbitante e i salari bassi, se i contributi previdenziali esosi e le pensioni miserrime è perché le imposte e marche previdenziali si versano in sola qualche regione settentrionale ma i “diritti” sono “nazionali”. Anzi la mentalità fankazzista della casta cattocomunista prevede che chi , per motivi etnici o altro, abbia voglia di lavorare, debba essere anche scolasticamente bastonato oltreché deriso e tacciato di “ignoranza”.
Si può dimostrare che il gigantesco debito pubblico italiano è stato causato da quell’immensa voragine chiamata Cassa per il Mezzogiorno, il deficiti dell’INPS è dovuto quasi esclusivamente alle regioni del Centro Sud, come in pratica qualsiasi altro deficit pubblico.
Da aggiungere il costo della stessa “capitale”. Per il mantenimento di centinaia di migliaia di dipendenti ministeriali e delle entità centrali, oltre alle enormi sciali delle “leggi speciali “ come Giubileo e “Roma capitale” dimostrare la presunta supremazia di Roma su Milano.
Se gli imprenditori veneti non pagano fino all’ultimo centesimo, sono “grandi evasori”, se invece il 30% dei dipendenti del comune di Roma giornalmente non si presenta al lavoro nulla deve tangere.
Il problema sta nel fatto tecnicamente economico che i cittadini di Roma e del Sud ricevono molti più soldi di quanti ne danno allo stato, il contrario avviene al Nord.
Basta ricordare i finanziamenti a pioggia, anche europei, dati a finte aziende, oltretutto sgravate fiscalmente, per dimostrare che “la Lega ha torto i dati docono che anche nel mezzogiorno e nel Lazio ci sono le imprese”.
Sia chiaro, stiamo parlando di economia non di “razze“ inferiori o superiori.
La “mafia” è l’inconciliabile mentalità mediterranea con rigore militaresco dei “piemontesi”, sì siamo ancora al punto di partenza erroneo. Al progetto massonico-illuminista di edificare uno stato senza un popolo. La cosiddetta “lotta alla mafia” non è altro che una costosissima messa in scena a carico dei contribuenti.
Delle “riforme”, che dire?
L’unica di cui si parla è la riforma della legge elettorale, la meno indispensabile di tutte.
Notate l’inganno: dicono che il “porcellum” è una cattiva legge. Vero, ma quale sistema elettorale non lo è?
Il precedente “mattarellum” penalizzava gli elettori settentrionali sicché il meridione aveva più eletti sui votanti per via del maggior numero di collegi uninominali su popolazione e per il maggior tasso di astensione dal voto.
Ma il fatto è che vogliono sostituirla con una ancora peggiore che impedisca l’ingresso in parlamento ai partiti non “nazionali”, a procrastinate la vecchia pantomina dell’antitesi fascisti-comunisti e occultare il vero antagonismo etnico NORD-SUD.
La madre, e il padre, di tutte le paturnie italiche.
Per distrarre il popolino inebetito dalla televisione di tanto in tanto tirano fuori la questione di Rete4. Questione ridicola, sicchè nel’attuale panorama multi mediatico non ha senso accanirsi contro un singolo canale, persino gratuito. Oppure i casi di Cogne, Erba e Garlasco. Ebbene, sappiate che ogni settimana, avvengono delitti simili in cui i carnefici sono extrapadani, ma di cui nulla viene riportato se non in effimeri trafiletti. Archiviate, senza più memoria mediatica, le orrende stragi (di stato!?), da Bologna “in giù” ancora senza colpevoli dopo decine di anni e di processi.
Un sintomo della malattia mentale comunista imperante dal ‘68.
Costoro vorrebbero in cuor loro eliminare le televisioni private in modo da controllare al meglio l’informazione in perfetto stile sovietico.
Emilio Fede fa schifo! E Raitre come è? Vomitante solo menzogne e falsità (tipicamente in materia di immigrazione) pure pagata a caro prezzo coi denari dagli abbonati a differenza delle reti Mediaset.
Qualcuno si stupisce (o finge di stupirsi) che il programma propagandato da Berlusconi non affronta i veri problemi della gente, e come potrebbe?
Forza italia è un movimento artificioso creato per togliere voti alla Lega Nord e riportare a Roma capitale il controllo del settentrione.
Ciò che Berlusconi dice, è tutto falso.
Abolire l’ICI e l’IRAP (imposta bocciata dall’UE!) è impossibile poiché trattasi di tasse “federaliste” cioè studiate per farle pagare solo in Padania. Abolirle significherebbe fare un GROSSO REGALO ai cittadini e imprenditori polentoni. Lo stato non avrebbe più le risorse per l’assistenzialismo a Roma capitale e a sopportazione delle IMMENSE ruberie a sfondo politico-sociale del Sud le quali sono tollerate in cambio dell’adesione all’UNITA STATUALE.
Per non dire dei finanziamenti a giornali, partiti e associazioni di ogni tipo, (es. Caritas) sul “libro paga” dello stato-zombie.
Un vertice dell’ipocrisia politica appartiene ad Alleanza Nazionale; un partito che al Nord pretenderebbe di abbassare le tasse, licenziare gli statali fannulloni e parla di sicurezza. Al Sud, COME TUTTI I PARTITI CHE VOGLIONO VOTI, è assistenzialista e statalista!
AN si dichiara nazionalista, però vuole dare il voto agli immigrati. Basta ascoltare Sarkozy o Putin per capire cosa è il vero nazionalismo. Un partito, come Forza italia, desideroso solo di continuare a piluccare nella mangiatoia dei piccoli e medi imprenditori padane tartassati in cambio di vane promesse.
Se governassero Fini e Berlusconi, risanerebbero il sistema previdenziale tagliano agli operai del Nord, mica all’assistenzialismo meridionale. Idem per la precarietà assicurata al privato ma respinta dal settore statale. Nel pubblico il posto fisso è un “diritto”, lavorare un opzione, anche per AN e FI.
Con qualsiasi governo, di sinistra, destra o “tecnico” state tranquilli che la spazzatura campana starebbe al suo posto, ammonticchiata ai margini delle strade in attesa di un qualche provvedimento di “emergenza”.
Il colmo dell’idiozia politicante appartiene, in vero. a Forza Nuova e alle cosiddette “liste civiche“ di Beppe Grillo, ai loro schiamazzi “patriottici” ed “ecologisti”.
I neofascisti magniloquenti di “italianità”, sono poi così certi che il napoletano medio è definitivamente migliore del romeno medio?
A riguardo dello pseudo partito del comico genovese affermiamo che la complessità del “villaggio globale” è tale da ripercuotersi su ogni villaggio locale. Come può un buffone da quattro soldi (non sia letto in senso dispregiativo) ponderare di scalfire la granitica complicatezza, anche umana, delle amministrazioni locali con vacui richiami alla “moralità”, alla raccolta “differenziata” del pattume? Un sindaco può avere anche la fedina penale immacolata e tutta la buona volontà del mondo, ma ben poco può fare se, per le principali materie, fisco, scuola, immigrazione, rifiuti, diviene semplice ESECUTORE delle sempre più stringenti disposizioni “centralizzate” e “politicamente corrette”.
E che dire ancora delle grandi opere e infrastrutture?
A meridione ci sono DECINE DI MIGLIAIA di opere pubbliche incompiute, al settentrione, in cui si genera l’80% del Pil, Roma ha sabotato quelle indispensabili come i quadruplicamenti ferroviari (ricordate i NoTav?) ed i trasporti pubblici in genere.
Preclaro il caso di Malpensa2000: il 70% di tutti i biglietti aerei della penisola si vendono in Padania, ma i fankazzisti centralisti hanno agito in ogni modo, oltre che a scampare i loro monumentali stipendi, per costringere i cittadini del Nord ad andare a prendere l’aereo a Fiumicino.
In quale paese conosciuto si vuole creare l’hub aereo (ammesso che ce ne debba essere solo uno) lontano dalle regioni in cui vi è la maggior richiesta di trasporto via cielo?
Come si può pensare che uno stato squinternato come l’italietta marocchina possa rimanere tra i “ricchi”?
L ‘italia non è riformabile in alcun modo.
Durerà fino a quando il somaro padano continuerà a lavorare e soprattutto, a pagare tributi. Tuttavia si avvicina il giorno in cui il mulo settentrionale crollerà a terra sotto il peso delle tasse, l’immigrazione selvaggia e la carenza infrastrutturale. Non potrà reggere a lungo la concorrenza con i cavalli di razza delle economie asiatiche.
Poi il diluvio.
Se tenete in serbo una lacrima per la sorte dell’Alitalia risparmiatela per la catastrofe della Fiat che getterà sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie, un milione di persone.
Salvate la vostra disperazione per quel mattino.
Non solo costoro piangeremo, ma l’inutile sacrificio di così degni Alpini nel gelo delle steppe russe, nelle fangose trincee di Caporetto. Della moltitudine di angeli che cadono sul luogo di lavoro per un salario da fame, a gonfiare il dannato Pil di uno stato-burletta concepito dal Demonio.
Probabilmente gli stranieri, schierati in bolge etniche ed economiche, entrati in massa, si spartiranno le spoglie dell’ex belpaese in enclave di stampo balcanico ognuna delle quali aventi le proprie leggi e balzelli intrinseci. Poiché, come ben si evince oggi dai fatti campani, le etnie sono più forti di qualunque governo “normale” o istituzionale, di qualsiasi commissario “ad acta”, di ogni dibattito da salotto televisivo.
State ben certi che non gli abitanti di Pianura, ne gli spacciatori magrebini e le puttane dell’Est, men che mai i Rom si metteranno a sgobbare lavorando come dei somari versando insaziati tributi alfine di rientrare dal mastodontico debito pubblico ormai di 3,3 MILIONI DI MILIARDI DI VECCHIE LIRE.
Ritorno al Medioevo.
Preparatevi “italiani” a intonare il doloroso coro delle ancelle di Turandot in “Nessun dorma”, sarà il caso.
Dell’italia nulla si ricorderà più se non dei 4 campionati del mondo di calcio vinti.
Magro epitaffio davvero per la penisola di Leonardo, Volta, Torricelli, Caravaggio, Golgi, Raffaello, Michelangelo, Polo, Galileo, Marconi, Galvani, Faggin (nota 1), Colombo, Vespucci. E ancora di Verdi, Puccini, Donizetti, Rossini, Vivaldi, Stradivari, Cristofori (nota 2) e molti altri.
In futuro, della farsa italiana solo il finale mutato in tragedia, avrà presente qualche scrupoloso storico di buon cuore.
di Domenico Gatti del Canna-Power Team
Nota 1: Federico Faggin, vicentino, inventore del microprocessore.
Nota 2; Bartolomeo Cristofori, patavino, inventore del pianoforte.
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