c'era un quotidiano da salvare ed ora non c'è più.
Non è stata una battaglia, Perché questo blog solitamente si rifiuta di combattere in modo assiduo per alcunché. Epperò è un grande dispiacere. Succede sempre, ogni qual volta un giornale viene chiuso, che la tristezza si avvicina; perché tante testate equivalgono a tante voci e quindi a più pluralismo e tante altre belle cosucce che non sono certo io a dovervi dire per primo. Sta di fatto che però nessuno tra quelli che contano in modo più o meno influente, ha fatto sì che il quotidiano .Com, l'unico che in Italia si occupa solo ed esclusivamente di marketing e comunicazione, non andasse incontro ad un crudele destino scritto al momento del coinvolgimento in un procedimento giudiziario della presidentessa della cooperativa che lo edita, la Abrond House (la stessa che edita anche Il Giornale d'Italia). Già da una settimana il quotidiano usciva solamente nella sua veste on line – e gratuita, aggiungiamo noi – a causa del fatto che la Litosud non riusciva più a garantire una regolare stampa e quindi una distribuzione nelle edicole, mentre i giornalisti era da maggio che non percepivano regolare stipendio. Oggi l'ultimo numero, un solo foglio con un arrivederci del direttore Gianluca Marchi e un comunicato dei giornalisti della redazione, dà inizio allo stato di crisi chiesto dall'editore e alla sospensione delle pubblicazioni, cartacee e on line per non si sa bene quanto tempo. Presumibilmente per sempre, a meno che qualcuno decida di non far morire troppo presto – 33 mesi nella nuova gestione più qualcuno in quella precedente – un quotidiano davvero unico nell'affollato panorama editoriale italiano.
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