mercoledì, ottobre 11, 2006

Che ne sarà del Maxxi - Museo delle Arti del XXI Secolo?

In Italia non esiste un Museo per l'arte moderna. Londra ha il Tate, Parigi il Pompidou o il Musee dell'Art Modern. Berlino l'Hamburger Bahnof e Madrid ha un importante sezione dedicata all'arte contemporanea all'interno del Museo Nacional de Arte Reina Sofia. In Italia uno spazio del genere non esiste. O meglio: dovrebbe esistere, ma ancora non è pronto. E sì che sono passati più di 3 anni da quel 20 marzo 2003, giorno della posa della prima pietra del Maxxi, Museo delle Arti del XXI Secolo, che dovrebbe sorgere a Roma nel quartiere Flaminio, in un area fisica occupata da capannoni dell'ex caserma Montello, ceduti nel 1997 al Ministero dei Beni Culturali dal Ministero della Difesa. Tre lunghi anni che hanno già visto slittare la data di apertura di ben tre volte: 2006, 2007, 2008 e che potrebbe ulteriormente slittare a non si sa quando. Già, perché nonostante le promesse del Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, il quale prima della Finanziaria 2007 aveva dichiarato che i soldi stanziati per il termine dei lavori ci sarebbero stati tutti e che l'opera, progettata dall'irachena Zaha Haid, avrebbe visto la luce entro 2008, ora il destino del museo non è più chiaro. In Finanziaria infatti sono stati stanziati per il Maxxi solamente 15 milioni di euro in tre anni, contro i 40 promessi per il 2007 e i 60-80 per il 2008. Il fatto che ora i fondi siano venuti meno non comporta chiaramente solo un ulteriore slittamento della conclusione dei lavori, con la vergogna di lasciare Roma unica tra le grandi capitali europee a non avere uno spazio per l'arte contemporanea, ma va anche ad aggravare il costo finale dell'opera, che è stato stimato in 100 milioni di euro ma che a questo punto – con il ritardare dei lavori – potrebbe ulteriormente lievitare. Ma non solo: l'aggravio dei costi è prodotto anche dalla semplice interruzione dei lavori: è calcolato che il cantiere, anche da fermo, costa circa 300.000 euro al giorno. E sì che Pio Baldi, direttore generale del Dipartimento per l'Architettura e l'Arte Contemporanea e principale promotore del Maxxi, ha affermato che il cantiere è un qualcosa di “estremo, perché realizza strutture mai viste con tecnologie mai usate in Italia, e potrebbe procedere molto in fretta” (L'Indipendente 05.10.2006 pag. 4). Eggià, potrebbe, ma probabilmente non sarà così. Molto dipenderà dallo zelo che Rutelli metterà nel difendere un progetto estremamente importante per il nostro paese e che a sua volta ha già difeso in passato. Dal canto suo l'opinione pubblica ha iniziato a farsi sentire con un appello sottoscritto da artisti e intellettuali e promosso da L'Indipendente, unico fra i quotidiani italiani a schierarsi apertamente dalla parte dell'opera in questione. L'appello, pubblicato sulla prima pagina dell'edizione dell'11 ottobre può essere sottoscritto mandando una e-mail alla redazione del quotidiano. E speriamo che il tentativo non sia vano, aggiungiamo noi.


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