giovedì, dicembre 21, 2006

Caso Welby: il suo desiderio è stato esaudito, ora è il caso di staccare del tutto la spina

Piergiorgio Welby è morto. Era quello che voleva, ed era quello che tutti ci siamo augurati vedendolo in quelle condizioni implorare di staccargli la macchina; e se c'è qualcuno che, anche pubblicamente, non si vergogna ad ammettere il contrario, e arriva addirittura a parlare di arresto per il medico che ha compiuto la volontà di Welby, è meglio applicare il principio di noncuranza e passare oltre. Detto questo, è però doveroso aggiungere dell'altro. Ovvero augurarci anche che, magari cinicamente, la spina venga staccata a tutta la vicenda, mediatica e non. Mediatica per quanto riguarda tutto il gran parlare, tutto il gran fare trasmissioni, tutto il gran erigersi esperti in materia, dire la propria a mezzo stampa o a mezzo tivù circa una questione della quale ci si può fare, al massimo, una vaga idea, a meno che non la si viva o no la si sia vissuta in passato – e augurandoci di non doverla vivere in futuro. La parte non mediatica la riserviamo invece ai Radicali e ai loro “satelliti”. Sempre in prima fila per quanto riguarda i diritti umani, negarlo sarebbe falso ed ignorante, questa volta l'impressione è che siano andati un po' oltre il dovuto. Va bene lottare per qualcosa – senza inutili giri di parole, l'eutanasia – un po' meno ostinarsi nella battaglia quando è evidente che è una battaglia contro i mulini a vento. O meglio, non inutile bensì persa in partenza, perché non esiste nemmeno il campo su cui giocarla, ed è giusto che sia così. Uno degli argomenti più abusati in questo caso Welby è stato quello della doppia verità, ovvero del diritto di Welby al desiderio di riposare in pace e dell'impossibilità di legiferare circa una “morte pubblica”, partendo magari proprio dal caso particolare di Welby. Ed è forse l'unico argomento veramente serio e saggio: Welby aveva tutto il diritto di morire – o meglio, di decidere di astenersi dalle cure, come da Costituzione. Da qui però ad arrivare a fare una legislazione generale, quando i casi variano a seconda delle persone, ce ne corre. Per questo i Radicali si sono stupidamente incaponiti su questa cosa, utilizzando il caso Welby come ariete per sfondare la legge, seppur in buona fede: l'impressione generale era infatti che quasi speravano non morisse di morte naturale, perché non doveva morire di quella morte, doveva essere l'esempio per un assurdo diritto di morte pubblica. Welby non è morto di morte naturale, è morto come desiderava. E per questo ora il sipario dovrebbe calare. Sulla dolorosa vicenda personale come sugli stupidi proclama di arresto per il medico che ha staccato la spina. E speriamo che non intervenga la magistratura, altrimenti la frittata sarà irrimediabilmente fatta.


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1 Commenti:

Blogger Simone ha detto...

"perché non esiste nemmeno il campo su cui giocarla, ed è giusto che sia così"

E' proprio questo l'enorme problema.

1:10 PM  

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