Edoardo Camurri mi cade sui Simpson
Il bravissimo Edoardo Camurri, in un articolo per il Domenicale del Sole 24 Ore [ripreso dal Foglio dei fogli del 12.02.2007 pag.3] si è lanciato in un giustissimo elogio dei Simpson, definendoli “cartoni intelligenti”, “una delle cose più colte che la televisione mondiale abbia mai trasmesso negli ultimi anni” e descrivendo Matt Groening, che della famiglia gialla è il padre, come “geniale creatore”. Tutto da sottoscrivere, assolutamente, e cadremmo nella retorica – laddove Camurri è invece, da maestro quale è, riuscito a starne fuori – se dovessimo star qui ad aggiungere altro creandolo dalla farina che sta nel nostro sacco. A dire la verità – ecco – una piccola critica a Camurri gliela si potrebbe anche muovere. Una bazzeccola, una pignoleria che al confronto Mauro Dalla Porta Raffo nella sua rubrica parla di travi, mentre noi qui si vorrebbe far notare solamente una pagliuzza. Il buon Edoardo dice che, forse, l'unico difetto dei Simpson è che non fumano. O meglio, starebbe inserito nel cartoon “il messaggio salutista che le sigarette, oltre a far male, sono ormai appannaggio di stitiche zitelle che non si tagliano i peli delle gambe e che nessuno si fila” [riferendosi a Patty e Selma, le sorelle di Marge] o di Krusty il Clown, il quale è però “artista, e per di più malinconico e decaduto, quindi un'eccezione, una maschera” - aggiungo io: anche la signorina Caprapall fuma [vedi immagine, pixellata nell'edizione americana], ed anch'essa è esempio di zitella a vita, perché il preside Skinner è decisamente troppo mammone per dichiararsi apertamente.
Va bene, ma dove sta la pignoleria – direte voi – visto che nei Simpson le sigarette sono relegate proprio a persone che non rappresentano un esempio esattamente positivo? Beh, per prima cosa Krusty il Clown è sì personaggio “malinconico e decaduto”, ma anche grande modello per tutti i bambini che al pomeriggio seguono il suo show televisivo, e che comprano i suoi pupazzetti, i suoi corn flakes – anche quando il contenuto non è esattamente identificabile - e che – escludendo qualche piccolo episodio – vedono in lui una sorta di fratello maggiore fighissimo che li fa divertire con gli allucinanti cartoni di Grattachecca e Fichetto. Secondo, in una puntata Homer, per paura che Bart stesse diventando gay, porta il suo “bagarospo” sotto un cartellone pubblicitario – di sigarette Laramie slims, tipicamente da donna – nel quale compare una biondona mozzafiato, pensando che l'esposizione prolungata a quella femminile e stratosferica bellezza avrebbe regolato le pulsioni del figlio. Ebbene, quando dopo qualche ora va a riprendere Bart, alla domanda: “di cosa hai voglia figliolo?”, il figlio risponde: “Ho voglia di una sigaretta” - “Te la comprerò subito; di quale marca? - bene, detta ad Homer la marca, e realizzato quest'ultimo che di sigarette da donna si trattava, l'unica cosa che il simpatico papà può dire è: “Doh!”, avendo secondo lui avuto l'incontrovertibile prova che il figlio è gay. E non, “figliuolo, le sigarette fanno male”. D'altronde, Groening non ha mai “ceduto su un argomento da ministro della salute”, perché tutti ingollano birra Duff a quantità industriale e nessuno – commissario Winchester compreso – si fa mai mancare la sua bella dose quotidiana – e, immaginiamo sconsigliata da dietologi, salutisti, Zapatero, Blair e Turco vari – di ciambelle caramellate.
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