Oggi su
Libero è stata pubblicata una lunga lettera di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica dall’85 al 92, nel quale il “picconatore” dice di volersi ritirare dall’analisi politica. Proprio così, dopo anni e anni sulla scena, ha dichiarato quanto segue:
“è giunto ormai il tempo di concludere la mia vita politica, anche essendo al tramonto la mia vita personale! […] Non intendo però ridurmi ad andare ai giardini pubblici con il bastone ed il cagnolino […] mi darò alle letture, all’ascolto della musica, ai viaggi, riprenderò lo studio della teologia”
Insomma, parole tristi di una persona che, nel bene e nel male, ha fatto la storia d’Italia. Poi si cerca di analizzare il perché, e qui si diventa cattivi. Cossiga mi sta particolarmente simpatico, sia chiaro, nulla a che vedere con Ciampi o , peggio ancora, con Scalfaro Oscar Luigi. Però c’è un però. Ieri
La Stampa, nelle pagine riguardanti la tragedia di Sharm el Sheikh, ha pubblicato un
box che si riferiva ad una interpellanza-provocazione (si spera di più provocazione) di Cossiga stesso. Il box riporta esattamente quanto segue:
concludere un “onesto accordo” con Al Qaeda: è la provocatoria proposta di Francesco Cossiga al governo. Nell’interpellanza, il senatore a vita parte dalla “non volontà di combattere” il terrorismo islamico da parte di “larga parte del popolo italiano” e propone di “raggiungere un accordo che difenda l’Italia dal pericolo di attacchi, come già a suo tempo il nostro Paese fece con la guerriglia arabo-palestinese”. Al Qaeda e le altre organizzazioni dovrebbero impegnarsi “a risparmiare obiettivi, italiani ed esteri, nel nostro Paese, escluse le organizzazioni di intelligence loro nemiche”. In cambio, l’Italia dovrebbe annunciare “una data di scadenza per l’uscita dall’Iraq, con un exit plane secondo la linea Prodi-Pecoraro Scanio-Bertinotti”
Insomma, forse resosi conto della minchiata ha pensato bene di scrivere a Feltri le sue dimissioni.
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