martedì, agosto 23, 2005

L'inganno di Piano Man - ma il fesso chi è?

“Hai intenzione di parlarci oggi?”“Si, credo che lo farò”. Breve scambio di battute tra un’infermiera del Little Brook Hospital di Dartford, Inghilterra, e il suo paziente. E la bufala più grande dell’estate viene definitivamente vomitata, dopo aver girato nello stomaco per qualche mese, a causa di difficile digestione. Tutto ha inizio lo scorso 8 aprile. Sulla spiaggia di Sheerness, Sud di Londra, viene rinvenuto un ragazzo vestito in abito da sera completamente fradicio. Non parla, non ha con sé documenti. Insomma, nessuno sa chi è. L’unica cosa che farà, e che determinerà il suo nome da qui in avanti, è quella di disegnare un pianoforte su un foglio di carta. Un bel pianoforte, bisogna ammettere. Un mezza coda, completo di tutti i suoi tasti, nemmeno un errore o una dimenticanza. Insomma, lo smemorato in questione deve saper bene di cosa si tratta. Allora ecco che lo si porta innanzi ad un pianoforte e – stupore! meraviglia delle meraviglie! – il ragazzo suona divinamente. Parte la caccia all’uomo. “L’ho visto io, è un suonatore ambulante di Nizza”, e il francese immediatamente smentisce facendosi trovare in ottima salute. “è amico mio, abbiamo fatto la scuola insieme, è un bambino prodigio ceco”. Tale bambino prodigio ora è un uomo, si chiama Tomas Strand, vive a Praga e, nemmeno a dirlo, non è Piano Man – questo il nome dello smemorato “pianista”. Tutto questo fino a quando le voci iniziano a trapelare e l’inganno è tratto: il nostro ragazzo ha vent’anni, è tedesco, pare anche gay – quasi un obbligo esserlo per fare davvero notizia – arriva dalla Francia, dove ha perso lavoro, ha tentato il suicidio e, non riuscendoci, ha pensato bene di fotterci tutti: dalle persone che vedendolo l’hanno riconosciuto nel loro presunto cugino lontano ai semplici curiosi (noi), passando per gli ospedali e le case di cura della terra di Sua Maestà la Regina Elisbetta. Ospedali che, dopo la beffa, presentano al nostro il conto: diecimila sterline, tonde tonde, il prezzo da pagare per averci preso per il culo. Ma, si dice, oltre il danno la beffa: suonare? Nemmeno per idea, il nostro schiacciava sempre il solito tasto della tastiera – senza nemmeno sapere la nota corrispondente! A questo punto una domanda sorge spontanea: va bene il mistero, va bene l’artista, va bene il belloccio trovato tutto bagnato sulla spiaggia, ma le suadenti melodie dove cazzo le avete sentite? Insomma, lui pagherà anche il conto, ma la faccia di bronzo che ora deve portare chi ha parlato di lui come del nuovo Chopin non ha assolutamente prezzo.

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