mercoledì, settembre 21, 2005
Caro Premier, da queste parti lei – nonostante tutto – è decisamente ammirato. Per questo ora mi permetto di rimproverarle una cosa che decisamente non le si addice. Lei continua a ripetere, giustamente, che di “certi” – sappiamo tutti chi – alleati ne ha le tasche piene. Lo fa nei modi più svariati: attacchi diretti, attacchi indiretti, dichiarazioni pesanti, dichiarazioni leggere, metafore mediche – come quella ‘metastasi’ utilizzata nel suo discorso ieri – e non mediche. Ne ha tutte le ragioni. Prima le ho detto che da queste parti lei è ammirato; bene, con la stessa innocenza le dirò di più: sempre da queste parti “certi” stessi alleati sono parecchio indigesti, tanto per usare un eufemismo. Quello che sto per dirle però potrebbe essere indigesto a lei. Lo ha già fatto Vittorio Feltri stamane sul suo quotidiano, Libero, e so che quel direttore non le sta molto simpatico (forse in passato sì, ma ora non sembrerebbe molto). So anche però che quel direttore ogni tanto lo ascolta, se non altro perché amplifica con la sua penna il sentimento di molti elettori del suo partito o comunque del suo schieramento. Bene, mi unisco al coro di Feltri: a quando i fatti, oltre alle parole? Non è la prima volta che esce contro quei “certi” alleati. Ora è però il momento di passare ai fatti: tiri fuori il suo spirito combattivo. Siamo sicuri che lo smalto non l’ha perso e, se vuole, è in grado di ritornare il Cavalier Silvio Berlusconi che era cinque anni fa. Colui al quale gli italiani hanno posto la loro fiducia. Li cacci quegli alleati, vedrà come funzionerà bene la Casa delle Libertà. Glielo dice una persona che dà il suo voto per quell’area (ma, non me ne voglia, finora non per il suo partito. Nel 2006 si vedrà). Le auguro buon lavoro, ricambiando così tutte le volte che lei lo ha augurato agli Italiani. Cordialmente – ma non suo, per quello ce ne vuole tanto, di spirito combattivo,
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