martedì, settembre 20, 2005
Nessuno può permettersi di giocare a “fare i Rolling Stones”. Nessuno tranne gli Stones stessi, ovviamente. E con questa premessa la recensione potrebbe anche finire qui. A Bigger Bang è infatti il classico disco dei Rolling Stones. Classico come ne facevano negli anni settanta, con la grinta rock’n’roll e colate a profusione di blues. E la notizia non è assolutamente cattiva, perché significa che la coppia Jagger-Richards, una delle più “maledette” della musica, ha ripreso a funzionare alla grande dopo qualche passo falso – ma attenzione: è un eufemismo non troppo congeniale, perché parlare di passo falso quando ci sono di mezzo gli Stones è sempre fuoriluogo. Rough Justice è la partenza al fulmicotone, l’elemento che vi farà comprendere il perché vengono definiti (e si definiscono) “la più grande band del mondo”, mentre Streets of Love (il primo singolo estratto dal disco) e Biggest Mistake dimostrano che anche i duri hanno un cuore. Infine c’è spazio anche per la strombazzata (alla vigilia dell’uscita) Sweet NeoCon, dal testo tagliente e decisamente contrario all’amministrazione Bush – ma perché impregnare la musica con queste cose? Non chiamateli nonni, perché in pensione proprio non ci vogliono andare. Il disco dell’autunno?
4 Commenti:
Questa volta sono d'accordo con te. La musica unisce, perché è una forma d'arte. Ciau
dai, almeno una volta :)
Sweet Neocon a parte, il disco l'hai sentito? come lo trovi?
Saluti
Per adesso posso solo dire che Streets Of Love è un vero capolavoro. Ti prende dentro, ti contorce l'anima...lo ascolterei per ore ed ogni volta ripeterei, questa sì che è vera arte e non passerà mai di moda. Sulla qualità tecnica, ovviamente, non si discute.
Beh, è proprio vero che la musica unisce :)
Saluti
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page