sabato, novembre 19, 2005

Il Nobel e l'Ambrogino

Oggi Dario Fo ha lasciato una stupenda – ironicamente parlando – intervista alla Stampa. Si parlava di Milano, essendo il giullare uno dei candidati alle primarie per il posto da sindaco. E il nostro ne ha avute per tutti. A cominciare dalla giunta attuale, secondo lui composta da fascisti – un po’ come dire che quelli come lui sono stalinisti, non vi pare? -, quindi spregevole, quindi che non si deve degnare di cercare una collaborazione. Quindi una chiavica, per parlare il napoletano in una questione puramente meneghina. Insomma, se secondo il Fo questa giunta fa così tanto, ma tanto, schifo, perché non ha levato le tende? Suvvia, un qualche circo pronto ad accoglierlo l’avrebbe trovato tranquillamente. Come? Dall’alto mi dicono che sono troppo stronzo e che se voglio dimostrare un po’ di classe non dovrei parlare così di una pur sempre (?) rispettabile (??) persona come Dario Fo. Non mi tocca. Non alla sola giunta milanese si limitava la vomitata. Nient’affatto signori. È periodo di Ambrogini a Milano – onorificenze che il capoluogo lombardo conferisce a personaggi importanti che, in qualche modo rientrante nelle loro competenze, hanno “lasciato il segno” – e come anche i sassi sanno, è stata proposta la consegna del premio anche a Oriana Fallaci. Apriti cielo, per Fo questo è scandaloso. Insomma, la Fallaci predica l’odio, è razzista, alimenterebbe – se non addirittura “si inventerebbe” – gli scontri di civiltà. Fo taglia corto, Oriana Fallaci con l’ambrogino “non c’entra niente”. Da queste parti la Fallaci è amata e rispettata – e lo affermo con orgoglio, anche a costo di prendermi del razzista – e dunque la cosa è stata mal digerita. Certo, il signor Fo ha giustamente potuto dire quello che ha voluto – ne ha avuto il sacrosanto diritto – solo che ci sembrerebbe opportuno “calibrare” la vomitata, di tanto in tanto. Insomma, passi la giunta comunale, passi l’Oriana xenofoba – tutte cose che non condivido minimamente, ma che il Fo, ripeto, ha potuto affermare – ma quel “non c’entra niente” non doveva. Prima di tutto per rispetto verso una persona, ancor prima che una scrittrice – in misura nettamente maggiore di quanto possa essere considerato Dario Fo uno scrittore. A tal proposito quelle amare parole mi hanno riportato con la memoria a quel nemmeno troppo lontano 1997 e a un Nobel che - questa volta sì - non c’entra nulla. Con la differenza – e qui converrà anche Fo – che un Nobel non è un Ambrogino qualunque.

3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Certo, facile essere schierati così...e Fo colNobel cosa c'entra? Al posto di dare il premio a letterati 'puri', che han dedicato la loro esistenza alla scrittura, con stile e talento ( e questo dovrebbe essere ), l'han consegnato a lui, più uomo politico che uomo di lettere ( e sfido chiunque a dire che non vi fossero candidati più artisticamente validi ). Indipendentemente da ciò ( è ormai cosa degli ultimi anni la polemica sul fatto che il nobel alla letteratura abbia un colore politico ), trovo assurdo che sia proprio lui d ire che la Fallaci non a nulla a che fare con l'Ambrogino...e lui?, che si è portato a casa ciò che han avuto Mann e Montale? Che scelga cosa essere, e poi vada a criticare altri.

11:08 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

p.s. scusate gli errori di battitura - si sa, ci si accalora...

11:09 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

errori perdonati, dopotutto anche a me spesso capitano questi colpi di calore :)

saluti

11:01 AM  

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