domenica, novembre 13, 2005

Tutela delle coppie di fatto. Perchè no?

Nella commemorazione degli morti a Nassiriya di ieri, un fatto è stato decisamente fuori luogo. Tutti saprete della signora Adelina Parrillo, portata alla messa in onore dei caduti svoltasi alla caserma Macao, trasferita insieme agli altri parenti delle vittime al Vittoriano per la consegna delle medaglie e poi impedita di entrare perché era “solo” la compagna di Stefano Rolli (una delle vittime), e non aveva alcun legame – legale – di parentela. Imbarazzo, vergogna, rabbia. Tutti sentimenti provati dalla signora Parrillo e tutte reazioni completamente comprensibili. Ora, si crede nella gaffe – nell’ennesima gaffe -, si spera nelle scuse che prontamente dal Ministero della Difesa arriveranno. Perché un episodio così increscioso non può e non deve intaccare la celebrazione di eroi, morti per la liberazione di un altro paese. Morti in missione di Pace per mano di un terrorismo crudele. Tuttavia l’episodio è avvenuto, e vale quindi la pena di riflettere, scomodando uno degli argomenti più caldi della stagione politica, i cosiddetti Pacs. Patti civili di Solidarietà. Ora non so se è giusto introdurli, se è giusto permettere a due omosessuali di cadere nella pagliacciata di un loro matrimonio – perché di pagliacciata si tratta, e nessuno vuole mettere in dubbio il giusto e legittimo amore che ci può essere tra persone dello stesso sesso. Non credo che i Pacs siano il metodo migliore. C’è da dire però che le coppie di fatto vanno certamente tutelate, che in questo senso ancora molta ignoranza aleggia sul Palazzo romano. E la tutela deve avvenire non solo per evitare spiacevoli episodi come quello di ieri, ma anche per garantire alla coppia una vita dignitosa. Al di là delle questioni morali e matrimoniali, credete sia giusto che due persone, amanti per tutta la vita, non possano – ad esempio – prendere la pensione del compagno (o della compagna) qualora esso (o essa) venga a mancare? O che non si possa prestare assistenza nella malattia della persona che per una vita abbiamo amato e accompagnato, solo perché non si è parenti? Riflettiamo su queste cose. Così come riflettiamo sul fatto che i Pacs non sono un matrimonio, nella maniera più assoluta. Perché quest’ultimo è composto anche da altre cose. Che non tutti però sono obbligati a sottoscrivere per avere un minimo di copertura e sicurezza. Faccio piano a dirle, queste cose. Perché c’è sempre qualche imbecille che – vedendo dalla parte politica in cui sto, la stessa in cui presumibilmente sta anche lui – mi accuserebbe di progressismo. A me? Io che ho sostenuto così tanto la vita, l’embrione. Io che ho predicato contro i 4 sì – e allo stesso tempo contro l’orrenda pratica dell’astensione – nel referendum dello scorso giugno? Perché, non si può allo stesso tempo essere a favore di un minimo di tutela della “coppia di fatto”? Qui ci sono gli estremi per una querela.

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