lunedì, marzo 20, 2006

dal Marxismo alla Libertà, bruciando qualche tappa

Dobbiamo mettere al centro non più il lavoro ma i lavoratori!” [si deve sostituire il concetto di] classe con quello di persona” “nella nostra storia troppo spesso l'uguaglianza ha fatto premio sulla libertà [...] la libertà della persona non è una concessione all'avversario ma un concetto fondamentale” [parlando del pensiero Marxista] Oltrepassarlo. E immettere dentro di sé elementi nuovi, la comunità, la persona, la libertà appunto”. Ora, io potrei stare qui a menarvela su chi ha detto queste cose, tirarla per le lunghe, organizzare dei trivia o quant'altro, tanto se non avete letto l'articolo di Riccardo Barenghi pubblicato su La Stampa il 20.03.2006 a pag. 6, non riuscirete mai a capire che i virgolettati appartengono a Fausto Bertinotti. Si, proprio a lui, il comunista – senza virgolette – che sembra quindi essere diventato liberale. Lui che si è sempre schierato contro il pensiero liberale. Ora che fa? Dichiarazioni ad effetto al suo giornalista di fiducia, e vediamo se qualche allocco ci casca. Perché è uno scherzo, vero? Non può che essere un modo – come un altro, un po' più paraculetto di un altro – per prendere qualche voto. Deve essere la paura degli effetti della “svolta non violenta” – e poi candidi Caruso? - che sicuramente qualche voto lo regalerà agli ex cugini di Diliberto – Perché a dire “di Cossutta” si diventerebbe bugiardi – a fargli dire quelle cose. Non può essere serio. Per due motivi: primo, quelli del suo partito si mettono a ridere; secondo, quelli che non sono del suo partito si mettono anch'essi, e a maggior ragione, a ridere. Quindi l'essere seri coprendosi di ridicolo è un ossimoro, una contraddizione in termini. Come quelle dichiarazioni sopra in bocca a Fausto Bertinotti, il comunista che per qualche voto gioca neanche a farlo, ma a fingere di esserlo, liberale.


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