giovedì, aprile 20, 2006

Feltri e Belpietro volano in edicola

Claudio Plazzotta su Italia Oggi cerca di spiegare le ragioni del boom in edicola di Libero (+ 71% nel mese nel marzo 2006 rispetto al marzo 2005) e de Il Giornale (+16,1% nel mese di marzo 2006 rispetto al marzo 2005). Tutto via Dagospia.

La dichiarazione di voto di Paolo Mieli dello scorso 8 marzo, in cui il direttore schierò il Corriere della Sera con il centro-sinistra, non avrà fatto perdere copie al quotidiano di via Solferino. Quello che al momento è certo, tuttavia, è che le ha fatte guadagnare, in maniera esplosiva, a Libero e al Giornale. Le due testate, entrambe vicine al centro-destra e molto forti in Lombardia, hanno infatti chiuso un mese di marzo a dir poco da incorniciare. Con perfomance diffusionali stupefacenti che proseguono pure nella prima metà di aprile. Il quotidiano di Vittorio Feltri, in marzo, ha avuto una media dichiarata alla Fieg di 122.374 copie al giorno, con un +72,2% rispetto al marzo del 2005. Nelle prime due settimane di aprile è alla strabiliante quota di 145 mila copie (record monstre di 170 mila copie l'11 aprile).

Il Giornale, invece, ha messo a segno una media Fieg di 229.548 copie, +16,1% sullo stesso mese dell'anno precedente. E in aprile il trend prosegue, con +35 mila copie sull'aprile 2005.

Come si spiegano questi incrementi? "Beh, in marzo noi abbiamo avuto una concomitanza di eventi, ulteriori al fisiologico aumento da campagna elettorale. C'è stato il lancio di un gioco per fidelizzare i lettori", spiega Gianni Di Giore, direttore generale di Libero, "poi l'abbinata col libro Tutte le balle su Berlusconi, di cui abbiamo venduto oltre 700 mila copie, quindi lo sciopero dei giornalisti il 18 marzo, a cui noi non abbiamo aderito diffondendo, quindi, più copie del solito. Ma l'effetto Mieli c'è stato. Da un giorno all'altro abbiamo guadagnato 25 mila copie. E nei monitoraggi che facciamo in edicola, sono circa 50 mila le copie che Il Corriere ha perso dal 9 marzo, da quando Mieli ha dichiarato di votare per Prodi".

In Rcs sono ormai settimane che manager e direttori si affannano a dichiarare che Il Corriere della Sera non ha invece perso nulla, anzi ha guadagnato dopo l'esternazione. E in effetti il dato dichiarato da via Solferino alla Fieg parla di 670 mila copie medie in marzo, con un +3,7% sul marzo 2005.

Tuttavia, fanno sapere gli analisti di Libero e del Giornale, il calo in edicola c'è stato, compensato da altre operazioni (abbinate con la Gazzetta dello Sport, distribuzioni del giornale in alberghi e aeroporti) che terrebbero così alta la diffusione. "Per esempio, nella provincia di Bergamo il Corrriere della Sera, in edicola, ha perso 1.500 copie medie al giorno, mentre noi contemporaneamente ne abbiamo guadagnate 1.300", commentano da Libero.

Toni analoghi al Giornale: "In marzo abbiamo guadagnato circa 30 mila copie rispetto alla nostra marcia consueta", dice Attilio Mattusi, direttore della diffusione del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, "ma l'incremento da campagna elettorale, scioperi o iniziative di marketing lo abbiamo valutato attorno alle 10 mila copie. Le altre 20 mila copie ci sono capitate da un giorno all'altro dopo l'8 marzo. Tanto che ci abbiamo messo alcuni giorni a tarare le tirature, poiché facevamo esauriti quasi in tutte le rivendite lombarde. Quelle 20 mila sono le copie effetto Mieli. In base alle nostre valutazioni, tra Milano e Lombardia il Corriere della Sera, in edicola, ha perso l'8-10%. E non è casuale che dall'8 marzo il distributore del Corriere, Milano Press, controllato da M-Dis (di cui, a sua volta, è socio Rcs MediaGroup, ndr), non ha più condiviso con noi i dati di vendita".

Ma non può essere che le belle performance di Libero e Giornale siano figlie della campagna elettorale cruenta, degli appelli di Berlusconi al popolo dei moderati, senza scomodare Mieli? "No, così tante copie non si guadagnano da un giorno all'altro senza effetti esterni. Il Giornale", aggiunge Mattusi, "col centro destra al governo, ci ha messo più di 4 anni a perdere 30 mila copie di diffuso. E adesso, paradossalmente, siamo quasi contenti che Berlusconi passi all'opposizione. In questo modo potremo sbizzarrirci di più con le nostre critiche".



7 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Mi pare strano il dato della tiratura dei due giornali alla Fieg dato che la tiratura segnalata quotidianamente da Il Giornale e Libero è rispettivamente in media sui 320.000 per il primo, e 250.000 per il secondo.

2:53 AM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

c'è una tiratura ed un venduto. la tiratura è quante copie sono stampate. il venduto è la rilevazione dei dati di vendita. Se tirano 300 mila copie e poi ne vendono 200 mila, non vedo dove stia l'incongruenza. E poi sono dati ufficiali...

saluti

10:07 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Capito, anche se mi sfugge come mai facciano trovare in edicola 100.000 copie in più rispetto al venduto del giorno precedente. I misteri del marketing:)

3:52 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

bello il servizio di report......
hehehehe

11:21 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Bello, davvero. Ma bisogna averlo visto tutto, eh. Anche la parte riguardante l'Unità.

I soldi, caro mio, li prendono tutti...

saluti

8:43 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Chi prende i sol,di non cambia la sostanza su chi tarocca le tirature per prenderli.....sbaglio?!?!

10:36 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Sbobino da quella "famosa" puntata di Report

MILENA GABANELLI - in questa categoria il giornale che prende di più e l'Unità: 6.400.000 euro all'anno...ma i suoi lettori non lo sanno
REPORT - Allora direttore, l'Unità è un giornale di partito?
ANTONIO PADELLARO, DIRETTORE DE L'UNITA' - l'Unità non è un giornale di partito, è un giornale che si giova del contributo dell'editoria veicolato dai gruppi parlamentari di Camera e Senato dei DS. Quindi è un contributo che fa bene certamente alle finanze dell'Unità ma l'Unità è un giornale privato
REPORT - e perchè prende finanziamenti pubblici?
ANTONIO PADELLARO - è un accordo che è stato firmato al momento della riapertura
[...]
REPORT - Senta, quanto prendete di finanziamento pubblico?
GIORGIO PODOIMANI, AMMINISTRATORE DELEGATO DE L'UNITA' - noi pigliamo circa 6 milioni e 400 mila euro all'anno
REPORT - sei milioni di euro di cui si potrebbe fare a meno, se ho capito bene. I giornali di partito, veri, per prendere il contributo non hanno il veicolo del 25% di vendite, si calcola una percentuale sui costi e la tiratura. l'Unità vende 60.000 copie ma ne stampa più del doppio e il suo contributo viene calcolato anche su queste copie di scarto che su 140 mila copie al giorno sono 16.000. La legge dice che voi anche su queste 16 mila copie di scarto prendete un contributo.
GIORGIO PODOIMANI - Teoricamente, perchè non è nostro interesse fare copie di scarto perchè è nostro obbietivo venderle le copie però farle è necessario
REPORT - Finchè la stampa non è bene a fuoco e i colori ben definiti, le copie vengono scartate, succede per tutti i giornali che hanno le linee vecchie [...] Per 16 mila copie al giorno che vanno al macerto l'Unità incassa 250.000 euro in più l'anno.

Dunque si evince che nel caso del finanziamento pubblico TUTTI ci mangiano. Eccome. Nessuno si salva.

Saluti

10:37 AM  

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