la morsa che tiene in scacco la sinistra
L'intervista a Franca Rame oggi su La Stampa presenta pienamente il problema della sinistra in questi giorni. Perché il passaggio al Senato del rifinanziamento della missione in Afghanistan potrebbe rappresentare, vista l'esiguità della maggioranza, il primo vero e grande ostacolo che Romano Prodi trova davanti a sé. E se si aggiungono le aggravanti di una politica estera – tralasciando per il momento quella interna – priva di un unico filo conduttore che unisca le diverse fazioni dell'Unione, oltre che le innumerevoli diversità di pensiero, si capisce come le preoccupazioni tra le file del centro-sinistra (con il trattino) sono più che giustificate. Ma cosa afferma di particolare la moglie di Dario Fo? Semplicemente dice di trovarsi come chiusa in una morsa, stretta tra la sua coscienza personale (che le imporrebbe di votare no) e la logica di coalizione, o meglio il non sentirsi responsabile della caduta del Governo, che invece la spinge verso il sì. A quanto pare anche il marito premio Nobel, che con lei vanta un passato tra le file dei cosiddetti pacifisti – dei due pesi e due misure? - la mette in difficoltà, dicendole di pensarci bene, perché il suo voto potrebbe risultare determinante. Ma anche se così non fosse, può una maggioranza così divisa andare avanti per molto? Può un governo nel quale l'area riformista dovrebbe trainare e dominare l'intera coalizione, subire i ricatti della fazione massimalista? Può l'Italia permettersi di andare avanti con personaggi alquanto discutibili come i Comunisti Italiani e parte dei Verdi – Rifondazione Comunista, già abbastanza implodente a causa della sua smania di potere per questa volta la lasciamo fuori – gente che non perde mai occasione di fare il tifo per il terrorismo, sia che questo si chiami la “resistenza” di Al-Zarqawi o i missili di Hezbollah. Al Senato avremo una prima risposta e, anche qualora questa dovesse essere favorevole per l'Unione, ci permettiamo di consigliare agli uomini del centrosinistra che sarà solamente il primo dei tanti banchi di prova che la loro cigolante e scollata maggioranza dovrà subire. Tanto più se il centrodestra si mostra responsabile come nell'ultima occasione alla Camera, facendo vera e responsabile opposizione “di governo”, senza semplicemente andare contro la maggioranza per partito preso.
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