martedì, settembre 19, 2006

I fondi per la cultura? Non ci sono

Quando al governo c'era il centrodestra di Silvio Berlusconi, la sinistra si è lanciata in un triplo salto mortale, tanto spericolato quanto inutile, per la difesa della cultura. Si diceva che i tagli avrebbero di lì a poco affossato il mondo delle arti, del cinema, del teatro – chi no si ricorda le proteste della Scala? - delle biblioteche, dei musei, dei fondi, degli archivi e di tutto ciò che costituisce il mondo dello scibile. Poi succede che al governo ci va proprio la sinistra, e tutti che cantano vittoria. “Evviva la cultura, loro si che ci difenderanno dall'ignoranza e proteggeranno l'enorme patrimonio che l'Italia già possiede e che, senza i tagli, continuerà a produrre” questo il virgolettato di fantasia che racchiude il pensiero di tutti coloro i quali con il Cav. erano solo per le proteste. Passa qualche mese e le prime incoerenze però vengono a galla: insomma, non è che questo nuovo ministro ai Beni Culturali abbia fatto alcunché: promesse, quelle sì; e pure una bislacca proposta di ferie scaglionate, che con la cultura hanno poco a che fare – in verità anche con le direttive statali, ma sarebbe un altro discorso – ma, insomma, non siamo più negli anni '60 ed è bene che l'italiano vada in ferie a marzo, se può, e magari ad agosto – la cosa succede già ma è nuovamente un altro discorso – stia a casa a lavorare. Si diceva: promesse. Quelle però da sole non bastano, anche se ovviamente la grande stampa italiana, quella che funse da megafono delle proteste con il governo della Casa delle Libertà, ora relega l'articolo sulla mancanza di soldi nella cultura a causa di tagli nelle cronache cittadine, tra l'albero abbattuto nel tal parco e il tentativo di stupro in quella tal stazione. Succede però che se la situazione diventa eccessivamente imbarazzante, anche i grandi organi d'informazione nazionale sono tenuti a darne conto. Leggiamo quindi sul Corriere che alla Biblioteca Nazionale di Firenze non c'è abbastanza personale, perché i soldi sono quello che sono e non si possono permettere di assumere nessuno, e in compenso a dare una mano ai bibliotecari sono arrivati i topi. Proprio così, evidentemente non ci sono nemmeno i soldi per fare una piccola disinfestazione ogni anno, perché la notte del 29 agosto scorso i piccoli roditori hanno fatto scattare l'allarme antifurto, hanno defecato e urinato sui tavoli e tutto ciò è costato la ovvia ispezione della Asl, con il seguente risultato: 3 giorni di tempo per allontanare i dipendenti, 20 giorni per eliminare la sporcizia, 40 giorni per la bonifica totale e ad oggi, 19 settembre, la Bibliografia Nazionale Italiana – palazzo della Biblioteca Nazionale di Firenze maggiormente colpito dall'invasione – è ancora chiusa. Vogliamo continuare con i numeri? E allora continuiamo, per il solo gusto di sbugiardarla questa sinistra delle promesse, tanto brava ad allungare le mani sulle cose altrui al fine di poter applicare tutta la sua brama dirigista, e tanto ignobile quando si tratta di sistemare il patrimonio culturale per altro difeso fino all'altro giorno per puri fini strumentali. E i numeri parlano chiaro: se la Biblioteca Nazionale di Parigi e la British Library di Londra prendono rispettivamente 140 e 120 milioni di euro, la Biblioteca Nazionale di Firenze ne percepisce 2, e la direttrice della biblioteca, signora Antonia Ida Fontana, avverte: “non abbiamo più fondi, rischiamo di non arrivare a fine anno e di non riuscire neppure a pagare le bollette della luce. I finanziamenti ordinari sono in costante calo e quelli straordinari, necessari per far funzionare la biblioteca, sono bloccati da tre anni”. E questo per una delle due biblioteche centrali italiane (l'altra è sita nella veltroniana Roma), immaginatevi per quelle più piccole, fino ad arrivare alla civiche dei paesini di provincia. E i tagli non incidono solo sulle bollette della luce ma, ovviamente e ben più grave, anche sulla carenza di personale. Nella Biblioteca Centrale di Firenze – la più importante italiana per la completezza di fondi – si trovano all'incirca sei mila volumi a stampa, 25 mila manoscritti, 3.700 incunaboli, 29.000 Cinquecentine, circa un milione di autografi e 115 mila testate di periodici. E il personale che dovrebbe gestire tutto ciò negli ultimi 10 anni si è ridotto fino a 225 unità, a differenza della Biblioteca Nazionale Francese la quale, per adempire agli stessi compiti, dispone di 2.700 dipendenti (più di 2.000 quelli della British Library). I sindacati e la direzione dicono che bisognerebbe disporre di almeno 500 persone, e le promesse del governo quali sono? Abbassamento a 9 milioni di euro (eliminati 6.681.675 euro) delle spese di funzionamento dei settori Archivi e Biblioteche, con la riduzione disposta anche per il triennio 2007/2009 (fonte: L'Indipendente 16.09.2006 pag. 3). Però in vacanza, promettono, bisognerà andare anche a febbraio, perché qualcuno che disinfesti i luoghi di cultura dai topi serve anche a Ferragosto.


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