la vergogna dell'ex Marchiondi
La questione dell'ex area Marchiondi, a Milano, è l'ennesima prova del pressapochismo e del qualunquismo con i quali vengono gestite e tutelate le faccende riguardanti le Belle Arti. I 7 edifici che compongono l'area sono infatti visitatissimi nella versione del plastico al Moma di New York (il più importante museo di arte moderna del mondo), mentre dal vivo si presentano sporchi, degradati, occupati da rom e da immigrati clandestini assortiti, maleodoranti e pieni di erbaccia. E senza che nessuno alzi un dito. O meglio, il Comune di Milano – che ne è proprietario – più volte ha cercato di vendere lo stabile progettato da Vittoriano Viganò (sottoposto ad un vincolo della Soprintendenza ai beni architettonici) ma ogni volta, vuoi per impedimenti burocratici o per altro, nessuna trattativa è stata realmente conclusa e la faccenda è lì ferma. Ora ci si chiede nuovamente quale destino per l'ex Marchiondi, e per quanto ancora dovremmo sopportare il fatto che un'opera architettonica visitata giornalmente da migliaia di turisti, nella fredda versione di un plastico, possa essere apprezzata in tutta la sua grandezza dal vivo, nella speranza che qualcuno, a Milano e alle Belle Arti, prenda definitivamente una decisione.
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