giovedì, settembre 21, 2006

Prodi e il suo viaggio interminabile, tra gaffe e risate (nostre)

Sono due settimane che se la spassa, prima in Cina e poi a New York, e la gente in Italia inizia a chiedersi quando finirà lo spettacolino che il nostro Presidente del Consiglio sta mettendo in scena. Perché girare per il mondo, sì, va bene. Ma evitando di fare figuracce sarebbe anche meglio. Prima in Cina, dove risponde via telefono e a mezzo stampa alle accuse circa il piano di conquista un poco sovietico di Telecom. E sono litigate, mica bruscolini: l'opposizione non lo sopporta (più), e anche tra le file della maggioranza le cose iniziano a cambiare, con i Ds e la Margherita che non sanno più cosa fare per tenere a freno Romano lo statalista e non fare figura barbina sulle tanto promesse liberalizzazioni. Poi, via!, a New York all'Onu. Parla con questo, parla con quest'altro, cosa ha combinato? Poco o niente: ha oscurato (volutamente?) l'immagine di Massimo D'Alema e ha ricevuto in colloquio Ahmadinejad, un tiranno, un dittatore, uno che si sta costruendo la sua bella bombetta atomica e che ha tranquillamente dichiarato, e a più riprese, che gli piacerebbe vedere lo stato d'Israele ridotto al suolo, in tutta tranquillità. Perfetto, Romano Prodi – che è uno che hai rapporti ci tiene – con lui ci parla e, anzi, difende anche la democrazia di Hamas e tante altre belle cosette. Dulcis in fundo – evidentemente dal suo staff non gli hanno fatto pervenire il messaggio del popolo italiano: ci hai rotto i coglioni – cosa ti va a dire sul Papa? Che se, poveretti, lo stanno minacciando, lui non deve mica avere paura, perché le sue guardie sono lì apposta per difenderlo. Roba che nemmeno gli anticlericali più sanguigni riescono ad applaudire, tanto l'affermazione sprizza ignoranza, pochezza, superficialità e imbarazzo davanti ad una cosa cui evidentemente non si vuole far fronte, o alla peggio non si vuole ammettere un possibile fallimento. Bene, caro Prodi, prima di votarti mezza Italia si era persino dichiarata fiera di sentirsi “cogliona” perché tanto era stato il Cav. a dirlo, e quindi era sicuramente una sciocchezza. Ma ora che si scopre veramente cogliona vedendo quel che sei, mica ci potranno pensare le tue guardie (gli unici che ti stanno vicini, perché un partito tutto tuo, che non sia un bus giallo, nemmeno ce l'hai) a salvarti dagli insulti e dalle uova. O ci sbagliamo?


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