mercoledì, ottobre 04, 2006

Per vincere una partita non serve spiare

Hanno sputato su tutti. Sulla Juve che vinceva, sul Milan che pure lui trionfava, sugli arbitri, sulla presunta “cupola”, sui giocatori – ma quelli però poi se li sono comprati – sui tifosi. Certi di una loro presunta innocenza, anche il direttore di un noto giornale rosa salmone – interista doc – ha dato una mano: in questo modo ogni mattina milioni di persone che altro nella vita non han fatto se non sbavare sulla figa e sparlare di pallone, si ritrovavano al celebre Bar dello Sport a sparare le loro sentenze. La gogna mediatica era finalmente incominciata, confezionata dalle intercettazioni irrilevanti e dalle fughe di notizie. Il risultato ora è sotto gli occhi di tutti: non è cambiato nulla; la Serie A fa schifo e almeno si consolano in B, dove non vedevano stadi così pieni da una vita; l'Inter ha vinto uno scudetto perché lei le cose zozze diceva di non averle mai fatte, e fa nulla se anziché di “vittoria” si potrebbe parlare tranquillamente di “furto”, dal momento che nemmeno un ingegnere sarebbe stato in grado di calcolare la distanza – in punti – che separavano i nerazzurri dal favoloso Milan o dalla favolosa Juve, ma l'importante era festeggiare, il tifoso avrebbe capito; l'Inter comunque, anche con il campionato azzoppato, non vincerà nulla nemmeno quest'anno, segno che nonostante tutto – e soprattutto – ci vogliono i meriti sportivi, e quelli non si pedinano. Il capro espiatorio è stato presto trovato: Juve in B senza uno straccio di prova di illecito, Milan idem solamente in A a distanza punti imbarazzante per riuscire a giocarsi lo scudetto. Non è cambiato nulla e in più, si scopre, l'Inter non è mica uno stinco di santo. Per dire, forte delle sue conoscenze in Telecom, spiava giocatori e arbitri ed ora che è stata scoperta il suo patron Paperon-de-Sperperoni, non trova meglio da fare se non parlare di “gogna mediatica contro l'Inter” - lui che l'ha fomentata contro gli altri - e scaricare la responsabilità su una persona che – tristemente per il mondo dello sport, e con tutto il rispetto per il campione che è stato – si trova al Campo. Santo, perché su quello di calcio c'è poco da fare. Nonostante le intercettazioni, i pedinamenti e tutto il resto.


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