Per vincere una partita non serve spiare
Hanno sputato su tutti. Sulla Juve che vinceva, sul Milan che pure lui trionfava, sugli arbitri, sulla presunta “cupola”, sui giocatori – ma quelli però poi se li sono comprati – sui tifosi. Certi di una loro presunta innocenza, anche il direttore di un noto giornale rosa salmone – interista doc – ha dato una mano: in questo modo ogni mattina milioni di persone che altro nella vita non han fatto se non sbavare sulla figa e sparlare di pallone, si ritrovavano al celebre Bar dello Sport a sparare le loro sentenze. La gogna mediatica era finalmente incominciata, confezionata dalle intercettazioni irrilevanti e dalle fughe di notizie. Il risultato ora è sotto gli occhi di tutti: non è cambiato nulla; la Serie A fa schifo e almeno si consolano in B, dove non vedevano stadi così pieni da una vita; l'Inter ha vinto uno scudetto perché lei le cose zozze diceva di non averle mai fatte, e fa nulla se anziché di “vittoria” si potrebbe parlare tranquillamente di “furto”, dal momento che nemmeno un ingegnere sarebbe stato in grado di calcolare la distanza – in punti – che separavano i nerazzurri dal favoloso Milan o dalla favolosa Juve, ma l'importante era festeggiare, il tifoso avrebbe capito; l'Inter comunque, anche con il campionato azzoppato, non vincerà nulla nemmeno quest'anno, segno che nonostante tutto – e soprattutto – ci vogliono i meriti sportivi, e quelli non si pedinano. Il capro espiatorio è stato presto trovato: Juve in B senza uno straccio di prova di illecito, Milan idem solamente in A a distanza punti imbarazzante per riuscire a giocarsi lo scudetto. Non è cambiato nulla e in più, si scopre, l'Inter non è mica uno stinco di santo. Per dire, forte delle sue conoscenze in Telecom, spiava giocatori e arbitri ed ora che è stata scoperta il suo patron Paperon-de-Sperperoni, non trova meglio da fare se non parlare di “gogna mediatica contro l'Inter” - lui che l'ha fomentata contro gli altri - e scaricare la responsabilità su una persona che – tristemente per il mondo dello sport, e con tutto il rispetto per il campione che è stato – si trova al Campo. Santo, perché su quello di calcio c'è poco da fare. Nonostante le intercettazioni, i pedinamenti e tutto il resto.
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