Chi crede ai complotti, di solito, ne spara una più grossa dell'altra
Riguardo alla questione del filmino che Enrico Deaglio distribuisce questa settimana in abbinamento con il suo settimanale si è già discusso. E, ritenendolo uno dei prodotti più ridicoli mai partoriti dai complottisti, non si vorrebbe aggiungere molto. Quindi nessuna parola su improbabili softwares, sulle menti creduloni, sugli italiani pronti a fiondarsi in edicola e a scannarsi pur di acchiapparsi l'ultima copia; non si vuol fare nulla di questo. Una citazione, però, quella sì.
Stamane su La Stampa a pag.9 c'è un articolo di Francesco Grignetti nel quale si ricostruisce la vicenda della convocazione in Procura di Deaglio. L'articolo scorre che è una bellezza, ma ci sono due o tre righe, proprio sul finire del pezzo, che fanno rimanere lì. Di quelle che si leggono e si rileggono, presi dall'incredulità. Scrive Grignetti che “Deaglio ha citato un aneddoto. La sera del 10 aprile a un giornalista che si era accordato un'intervista proprio con Fassino prima della chiusura del giornale, alla fine fu detto: «Ci stanno scippando le elezioni, figurati se possiamo pensare a fare un'intervista». Conclusione di Deaglio:«quindi c'era piena coscienza»”. Capite? Secondo Deaglio a sinistra avevano coscienza di ciò che stava succedendo, ma si sono ben visti dal dirlo, anche se stavano iniziando ad aver paura di perdere – da qui il verbo, invero un po' forte, “scippare”.
Deaglio, che è un giornalista, oltre ad avere tutti i difetti della categoria possiede anche l'aggravante di essere, in subordine, un giornalista militante. Da qui il fatto che mai e poi mai gli sarebbe venuto in mente che “ci stanno scippando” era un modo come un altro, semplicemente più colorito, di affermare che le elezioni fino ad allora ritenute facili da vincere si stavano rivelando invece un po' più dure del previsto, dal momento che il centrodestra stava compiendo quella rimonta che nessuno si sarebbe mai aspettato. E non gli sarebbe potuto venire in mente perché, da buon giornalista militante, legge le parole fuor di metafora, e tanto gli basta: se c'è un significato figurato sfavorevole, meglio basarsi sul letterale. Fa nulla se anche un bambino avrebbe interpretato la cosa come poi tutti han fatto. Anche perché – ma non ditelo a Deaglio – il giorno dopo come minimo i membri della Casa delle Libertà avrebbero querelato Fassino per la dichiarazione. Cosa che, al contrario, non è mai avvenuta.
E poi – ma con Deaglio rimanete sempre acqua in bocca, si intende – in questo caso avremmo avuto due fessi, cosa più unica che rara: il centrodestra, che pur brogliando non vince. E il centrosinistra che – peggio ancora – rischia di perdere pur sapendo dei presunti brogli ma non denunciandoli. Da delirio. Insomma, da complottisti.
1 Commenti:
Condivido in pieno la tua analisi,
Deaglio scrisse delle sciocchezze,ma a distanza di 9 ani ci sono ancora tanti ignoranti che se la bevono.
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