venerdì, dicembre 29, 2006

Gentile lettore, se lei avesse letto i giornali io avrei fatto dell'altro. Ma talvolta va bene anche così.

Gentile Ordine Generale,
seguo da diverso tempo il suo blog. Pur non ritrovandomi d'accordo con quelle che sono le sue posizioni politiche, apprezzo il suo modo di gestire le cose, frivolo o serio a seconda del taglio che lei stesso vuole dare ad una notizia, come ad esempio il parlare seriamente di comitati che liberano i Santa Claus dai balconi di una cittadina bergamasca o il parodiare il discorso del premier Romano Prodi. Ciò detto, allargherei i complimenti anche alla parte che riguarda quella sorta di “osservatorio” sui mass media che, di tanto in tanto, pubblica. A tal proposito, perché non una parola (seria o faceta, a sua discrezione) su Tele Padre Pio, quell'emittente che avrà sicuramente notato nel bouquet di Sky e che per molte ore al giorno rimane collegata, a mo' di Grande Fratello, in diretta alla cripta ove il Santo di Pietrelcina giace, evidentemente senza molto riposo? Cordiali Saluti,

lettera firmata


Gentile lettera firmata – come vede mi attengo a quelle che sono le sue richieste,
troppa grazia i suoi complimenti, piacevoli al punto giusto essendo per giunta i primi che ricevo direttamente, per e-mail, da quando tengo codesto spazio. Arrivando al dunque, lei mi chiede perché non ho ancora speso una parola su quella che considero, senza troppo uso di pìetas, quanto di peggio ci sia in televisione, roba che al confronto il trash denunciato a suo tempo da tale Lippi Claudio era una favoletta per bambini. Ecco, in questa mia ultima frase troverà, gentile lettore, il mio più spassionato giudizio, nonché risposta completa – ma, aimé, immagino non soddisfacente – al suo quesito. Per questo mi rivolgo altrove e più precisamente al Foglio e alla micidiale rubrica settimanale di Fulvio Abbate. Il quale – capita proprio a fagiuolo, si dice così? - ha parlato proprio di Tele Radio Padre Pio [cfr. il Foglio 28.12.2006, pag.2]. E, nel bel mezzo del suo incredibile pezzullo, scrive quanto io riporto umilmente qui sotto. Congedandomi da lei e dalla sua gentilezza, e ricambiando le cordialità – per le raccomandazioni la rimando al titolo del post,

Ordine Generale


“[...] la scoperta di una Tele Radio Padre Pio è stata conferma ulteriore di avere in definitiva speso bene la mia fantasia. Fin dalla vista del suo, come dire?, monoscopio. Nelle ore in cui il palinsesto tace, la telecamera fissa dell'emittente resta puntata, e in diretta, sulla cripta dov'è la tomba del santo: una, due, tre ore, come visione infinita che include un flusso di musica sacra e il primo piano del sarcofago protetto da una inferriata. S'intende che la stessa inquadratura talvolta ci viene regalata anche nelle ore diurne, quando intorno alla tomba giunge molta gente devota. Non c'è però partita, il momento più alto resta quello notturno che ha inizio dopo l'ora di chiusura del santuario. Il massimo che la televisione contemporanea possa donare allo spettatore, l'ho già detto, esigente, molto esigente. Degno di Yves Klein, il grande artista dell'avanguardia mistica francese degli anni Settanta, celebre per avere realizzato delle grandi tele monocrome blu come simbolo dell'Immateriale, lo stesso che pose il proprio lavoro sotto la protezione di Santa Rita, portando fino a Canscia, era il 1961, una teca-ex voto colma di pigmenti puri blu e rosa e di alcuni lingotti in rappresentanza dell'oro [segue descrizione di una sorta di talk-show dell'emittente, ma si andrebbe fuori traccia]”


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