A voi, che alla fine date un senso a queste pagine.
Bah, è stato un anno duro. Pieno di incazzature, pieno di delusioni, pieno di roba che avrei voluto fare e che il tempo non mi ha permesso di fare – che mica si può dormire tutta la vita quattro ore a notte, no? Ma anche un bell'anno, tutto sommato. Accanto alle incazzature, alle delusioni, alle lotte, ci sono state anche le cose belle, piacevoli. Tante ne abbiamo scritte, tante ne abbiamo contestate. Tantissime ce le siamo dimenticate – cioè, me le sono dimenticate, ma l'uso del plurale ci fa sentire meglio – visto? Tra poche ore si ricomincia, ma smettiamola di sperare che vada o meglio o peggio di come è andata. Andrà come la faremo andare, intoppo più intoppo meno. Nell'attesa di vedere come sarà, a tutti quelli che mi hanno letto, a tutti quelli che nonostante tutto mi leggono, a tutti quelli che cliccano ogni giorno per vedere se c'è roba nuova; a tutti quelli che mi criticano, mi contestano. A tutti quelli che rendono possibile questa cosa – a chi mi fornisce stimoli, a chi non demorde nel dibattito, perfino a Miles Davis che in questo momento trombeggia sullo sfondo che è un piacere. A tutti, anche se il 'tutti' è per forza di cose un concetto troppo allargato e dunque al suo interno ci sta pure quell'ometto meglio identificabile come “l'ultimo degli stronzi”, tanti e cari auguri.
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