domenica, dicembre 31, 2006

il solito, inesorabile, pollaio

Nel pollaio di opinioni circa l'esecuzione di Saddam Hussein, si fa sentire in modo particolarmente fastidioso la voce dei soliti rappresentanti politici, quelli che siamo abituati a sentir ruttare a scadenze regolari, potremmo dire gli aficionados della cazzata, visto lo scarsissimo senso civico che ci rimane al cospetto di certe parole.
C'è ad esempio quel personaggio un po' fuori dalle righe, incarico importante all'Economia anche se sembra che si trovi lì più per caso che per altro. Uno che fa parte di un partito dallo scopo politico pari allo zero, gente che si intromette sempre e comunque e ovunque, anche quando si tratta di smaltire i rifiuti riciclandoli tramite gli inceneritori. Uno che, per dire, prima di godere per la tassazione dei Suv, un Suv ce l'aveva salvo poi venderlo quando con ogni probabilità qualcuno gli ha fatto notare che, forse, non era molto in linea con quanto dichiarava a livello di programma politico. Bene, questo tizio che in romano hanno soprannominato “er Piotta”, è venuto fuori dicendo che Silvio Berlusconi e il suo governo hanno “responsabilità politica” nell'impiccagione di Saddam Hussein, dal moment0 l'Italia ha partecipato alla missione in Iraq. Parole dettate dalla voglia di suscitare clamore politico, ne siamo sicuri conoscendo il personaggio. Primo, perché con tutto quello che c'era da dire, ricondurre le colpe al Cav. è un modo come un altro, solo più sbrigativo di un altro, per tappare la falla del non sapere cosa dire in certi momenti – e, forse, sarebbe il caso di riflettere su ciò. Secondo, è falso ammettere che l'Italia ha responsabilità politica, perché l'Italia è andata in Iraq sì a fianco degli Americani e dei suoi alleati, ma in missione di Pace e per la ricostruzione del paese e lo stesso Silvio Berlusconi non solo ha condannato apertamente l'impiccagione ma a più riprese ha affermato di aver persuaso, invano, l'amico George dal prendere certe iniziative; chiaro poi che il senso di responsabilità – quale sconosciuto, per certe persone – ha fatto sì che l'impegno preso dal Governo fosse portato a termine con la massima autorevolezza.
C'è poi quell'altra, quella che ha detto che le Frecce Tricolori sono “inutili”, la quale afferma invece che le parole del Cav. e di quanti – moltissimi – nel centrodestra hanno condannato la pena di morte (e non solo nel caso di Saddam) sono dettate da una voglia di “appiattirsi sulle opinioni espresse dalla Santa Sede” e sarebbe dunque curioso sapere se lei, visto che di condividere le opinioni del Vaticano non ne vuole sapere, si dichiara quindi favorevole alla pena di morte.
Ma, come dicevo all'inizio, trattasi di pollaio, di gioco a chi starnazza di più, di voglia di mostrarsi il più estremi possibili. Solo un dato dovrebbe far riflettere: entrambe le dichiarazioni, avrete capito, arrivano da esponenti di partiti massimalisti. Ora, un Fassino o un Rutelli o i Radicali, cosa ne pensano dei loro compagni di Governo? E, soprattutto, sono ancora convinti di riuscire a far partire e operare pienamente quello spirito riformatore del quale continuano a riempirsi la bocca senza però far seguire a ciò un successo concreto nell'azione di Governo?


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