lunedì, gennaio 29, 2007

Avessero un po' di coraggio direbbero: sì, è solo una legge punitiva

Partendo dal presupposto che liberalizzare è giusto, ben venga quindi qualsiasi tipo di liberalizzazione. A patto che sia tale e venga condotta in modo serio – la conseguenza, semplicissima, è questa: ok ad avviare un'impresa in un giorno, ma della targa personalizzata, del giornale dal droghiere, della benzina al supermercato ma non il supermercato dal benzinaio, di tutto questo, cosa ce ne facciamo? Ci tagliamo i capelli al lunedì mattina? La prova provata che il governo di centrosinistra è tutto fuorché liberale non sta solamente nel non aver condotto liberalizzazioni serie – quelle, cazzo, non le ha fatte neanche il mio centrodestra, se proprio devo usare un possessivo. La prova sta nelle dichiarazioni del presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà fatte ieri dall'Annunziata. Lì sta l'evidenza, senza andare troppo a scervellarsi in giro, a cercare qui, a cercare lì, a leggersi per l'ennesima volta la lenzuolata di Bersani. E dice che un governo non può essere liberale – e quindi condurre le liberalizzazioni col cazzo durissimo – imponendo ad un'azienda privata e quotata in borsa il tetto massimo di raccolta pubblicitaria che può avere – cioè, non solo imponendolo, ma abbassandolo di circa 15 punti percentuali. Perché in questo modo – ma ad essere liberali e a voler liberalizzare sono cose che si sanno – non può che aver ragione Catricalà: si limitano la crescita e l'entusiasmo imprenditoriali. E no, cari i miei liberali dal cazzo moscio, non basta che l'Azienda l'abbia fondata e fatta crescere il Cav., e che ora a capo ci sia suo figlio – il quale, va da sé, non ha mai nemmeno fatto cenno ad un futuro politico. E la favola del monopolio Mediaset, quella poi, è una buffonata; o vogliamo credere che Sky non sappiate cosa sia, ignorandone completamente gli impressionanti tassi di crescita?


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