mercoledì, gennaio 24, 2007

Liberalizzano il tabacchino e fanno i prezzi delle compagnie private

Curioso come né l'Unità né il Corriere, nelle versioni on line, diano notizia delle liberalizzazioni dei tabaccai, fornita invece da Repubblica. In verità non si capisce bene di cosa si tratti, se vengono diminuiti gli spazi tra un esercizio e l'altro abilitati a vendere i tabacchi oppure se le sigarette - come avviene praticamente in quasi tutta l'Europa - potranno essere vendute anche nei bar, nelle edicole, nei supermercati, in appositi distributori self service posizionati nelle hall degli alberghi. L'articolo parla solamente di eliminazione dei "vincoli per vendere sigarette e giornali". Messa così la cosa potrebbe sembrare anche una bufala: nascosta in mezzo a due righe, all'interno di un polpettone che il lettore più distratto - ma anche no - rifiuta categoricamente di leggere e non segnalata da altre parti. Epperò, dovesse dimostrarsi una notizia vera, verrebbe anche da ridere. Perchè le sigarette sono prima contestate e i fumatori degradati a feccia della società, minacciati di dover pagare un ticket speciale - insieme agli amici obesi e agli pseudo-alcolisti da tre bicchieri al giorno - eppure i primi ai quali ci si rivolge per racimolare due soldi in più: vi facciamo comprare le sigarette anche in banca - visto che liberalizzatori? Il dubbio, ovviamente, persiste anche per un altro curioso punto di vista: la nuova ondata di liberalizzazioni - che dovrebbe sottintenderne una precedente, ma tant'è - andrebbe sì a vantaggio del consumatore, creerebbe sì concorrenza, abbasserebbe sì i costi. Ma sembra studiata per la grande distribuzione nella quale, ça va sans dire, la Coop trionfa. Vedete che tutto torna?

Cambiando invece oggetto da liberalizzare, ritorniamo ai telefonini. Già un paio di settimane fa mettevamo in evidenza come liberalizzare è una cosa, mentre fare i prezzi di aziende private che operano in ambito di libero mercato è un’altra. Il discorso è molto semplice: un Ministro non può con un mezzo legislativo stabilire se è giusto o meno che gli operatori applichino vergognosi costi di ricarica e quali e quanti questi costi debbano essere; semmai è l’Authority per le Telecomunicazioni a dover intervenire, come giusto che sia e come in molti si stanno aspettando. Nonostante tutto, Bersani ha ribadito che se l’Authority non interviene o se non si sbriga, il Governo potrebbe introdurre norme che vanno in quella direzione. Insomma, di pensare ad eliminare l’odiosa tassa di concessione che gli utenti i quali usufruiscono di telefonino in abbonamento devono pagare, proprio non ci si pensa.


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