mercoledì, aprile 25, 2007

se in Italia i coglioni sono il doppio delle teste di cazzo - come si dice, siamo a posto.

Oggi a Milano c'è stata la sfilata delle teste di cazzo – se ci si concede estremo livore e non si pensi all'organo sessuale maschile, pur nel suo spregevole significante ora usato, come ad un qualcosa di negativo. Sì, teste di cazzo. D'altronde ogni tanto bisognerà pur chiamare le cose con il loro nome. E per una volta questa simpatica espressione, purtroppo negli ultimi tempi assunta troppo spesso come espressione di bonario complimento andando a perdere tutto il suo sacrosanto spregevole significato profondo, non è associata agli uomini politici che erano in Piazza Duomo a commemorare il 25 aprile, festa della Liberazione italiana dal nazi-fascismo. Nulla da dire quindi sul Presidente della Camera Fausto Bertinotti e sul Sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti – citando due personaggi politicamente agli antipodi, oggi commossi e concordi e per altro entrambi fischiati appunto dagli imbecilli di cui sopra.

Si parla dei giovani dei centri sociali, dei soliti cazzari e lazzaroni – e persino sporchi, gente che deve aver preso come una vittoria personale il decalogo del buon voncione, ma ci viene detto a tutto vantaggio delle risorse idriche, stilato ieri sul Corriere della Sera dal presidente del Wwf Fulco Pratesi. I soliti e stolti teppistelli da strapazzo, pronti a farsi anche 500 km pur di raggiungere una piazza e rovinare, con la loro presenza e con le loro flatulenze sotto forma di fischi, anche le celebrazioni nazionali importanti come quelle del 25 aprile. Personaggi pronti a scandire slogan politici, a portare in piazza bandiere con la falce e il martello, a urlare i loro slogan sconditi e falsi. A festeggiare la liberazione da un regime, da una tirannia, da una cosa orribile come il nazi-fascismo a colpi di stendardi, simboli e cori presi pari pari da un altro regime, altrettanto – o forse ancor di più – terribile e sanguinario e sanguinoso di quello nazista.

Parliamo di teste di cazzo, appunto – e vedete che tutto torna – che sono pronte a festeggiare la liberazione da chi ha ucciso, tra gli altri, montagne di ebrei salvo poi fischiare i cortei che sfilano dietro la bandiera israeliana e la stella a sei punte – e meno male che questa volta ci è stato risparmiato il rogo dello stendardo: voialtri persone così come le appellate? Enormi glandi umani – con tutto il rispetto per la parte più ampia e sensibile dell'organo maschile - soggetti imbecilli, di un'imbecillità tale da far venire conati di vomito a chiunque sia costretto, suo malgrado, a vedere scene indecenti e senza decoro alcuno come quelle riprese da tutti i telegiornali della sera. Domani, sicuramente, qualche altra testa di cazzo, degna compare di lor signori della testadicazzitudine, proverà anche a difenderli – loro e i brigatisti verso i quali oggi in piazza è stata anche mostrata solidarietà dai compagnucci – su qualche giornaletto strampalato senza senso alcuno e che, proprio in virtù di ciò, sta raggiungendo il collasso economico – perché in fondo le teste di cazzo ci sono, ma non sono sufficienti a far fuori il venduto minimo di un giornale sotto il quale, per dirla come si dice, sta lì minaccioso il break even point ad annunciare il passo immediatamente precedente al crollo.

E scusate lo sfogo, e scusate il linguaggio, e scusate la cattiveria e scusate finanche la brutalità. Ma, cari lettori, consideratele sincere, oltre che a me non avvezze. Sapete bene quanto l'usare un'espressione come “testa di cazzo” - mai ripetuta così tante volte in un pezzullo da qualche battuta e mai così correttamente – non sia nelle mie corde: c'è modo e modo di offendere. Ma parlando di personaggi che hanno, per quanto mi riguarda, la stessa considerazione dei rifiuti organici che tra qualche minuto chiuderò nel loro bravo sacchetto biodegradabile, non mi veniva in mente altro. E pensare che di mettermi davanti al computer nemmeno ne avevo voglia, stasera. Spero possiate perdonarmi.

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