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Ricorderete tutti la storia di quella ragazza di 22 anni, Ramona Angiolini, che aveva il sogno di entrare in Polizia e che, dopo aver superato brillantemente la prova orale e scritta – come raccontano le cronache – è stata scartata dalla commissione medica di controllo a causa di una piccola farfalla tatuata su una caviglia. Ne scrive, a riguardo, anche Daria Bignardi (Vanity Fair, n.45 - 15.11.2007, pag.16) all’interno della sua solita – ma in tutti i sensi! – rubrichetta. Siccome la signora Sofri quando scrive non è mai ingenerosa nel raccontare i fatti suoi prima di entrare in argomento, ci racconta che anche lei voleva farsi un tatuaggio – un piccolo ragno nero sul polso, e vabbè – ma poi ha rinunciato perché nonostante avesse bevuto “un’intera birra media” e i più distruttivi fumi dell’alcol fossero dunque lì lì per trascinarla nella più trasgressiva trasgressione, i tatuaggi in fondo non stanno bene a tutti, bisogna saperli portare e poi a lei “la moda dei tatuaggi” non piace, proprio in funzione dell’essere una moda.
Raccontata la rava e la fava per poter consegnare le battute richieste dal caporedattore, Daria Bignardi conclude l’articolo con l’argomento con il quale l’aveva iniziato: la povera Ramona che sognava di fare la poliziotta, ma aveva un tatuaggio di troppo. E che conclusione ci dà del fatto, la cara Daria? Lei non crede che a Ramona sia stato impedito di entrare in Polizia per via del tatuaggio, bensì la sua ipotesi è “che sia stato per il nome da pornostar”, ipotesi certo “politicamente scorretta” ma comunque che la convince, lo si capisce.
Etichette: Daria Bignardi
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