"Il disegno di legge sull'editoria non tocca i blog", parola di Levi. Che ci suggerisce di esagerare con i guanciali (!)
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nonché autore del famigerato disegno di legge sulla riforma dell'editoria, dichiara apertamente che “in questa legge non ci si occupa di blog”. Una buona notizia, oltre al mezzo chiarimento di Gentiloni, dopo che nei giorni scorsi in Rete era esplosa la protesta (pur con qualche valida eccezione) contro il disegno di legge in questione – complice, ancora una volta lo devo notare con disappunto, la grancassa mediatica del solito Beppe Grillo, per l'informazione comune paladino dei blogger, anche di quelli che non si definirebbero tali e che con il comico niente vogliono avere a che fare.
Dunque dalle parole di Levi si evince che “il senso della legge per quanto riguarda Internet è quello di estendere ai giornali pubblicati su Internet le regole per i giornali pubblicati sulla carta stampata”, che al Roc si devono iscrivere “solo gli operatori professionali, quelli che svolgono come mestiere quello dell'attività editoriale” e che, in definitiva, “i blog o i siti individuali non sono oggetto della nostra legge”. Levi ha promesso anche che durante il primo incontro con la Commissione proporrà un'aggiunta alla disegno di legge proprio per chiarire meglio i punti toccati in questa sua dichiarazione all'Agr.
Solo una cosa, in conclusione, getta un po' di ombra sulla tranquillità che il sottosegretario avrebbe dovuto infondere in tutti quelli che hanno a che fare con blog o siti individuali. E questo po' di ombra lo troviamo in una delle dichiarazioni più tipiche della politica e del politichese italiani. Dice Levi che quelli che hanno un blog “possono stare non tra due ma tra dieci guanciali”. Ecco, l'iperbole dei guanciali mi è andata di traverso.
Etichette: Beppe Grillo, blog, Levi
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