Ma Prodi è abituato a ben altri numeri...
Romano Prodi, cioè il Presidente del Consiglio italiano, ha ritenuto necessario dover mandare una lettera al direttore di Repubblica raccontando per filo e per segno la sua privata giornata durante la quale ha sbrigato la semplicissima pratica del rinnovo della carta d’identità – giornata, bisogna dirlo, assolutamente normale per un comune cittadino. Nel raccontare l’episodio, Prodi sottolinea come si sia “impressionato” nell’incontrare “cittadini normali, di un paese normale” e mette enfasi, verso la fine della missiva, sul fatto che uscito dall’ufficio comunale si sia dovuto re-immergere in quella che è la sua vita di Presidente del Consiglio, fatta di “messaggi e telefonate” che lo hanno immediatamente riportato “dentro le terribili tensioni di un altro pezzo di paese”.
Ribadire che la lettera non è di alcun beneficio e interesse per il lettore, è alquanto scontato. Insomma, l’avesse scritta qualcun altro e non il Presidente del Consiglio, Ezio Mauro l’avrebbe riposta nel luogo più adatto, il cestino. Stupisce semmai, dal momento che la lettera per il motivo di cui sopra è stata resa pubblica, che Prodi non abbia nemmeno preso in considerazione che la fetta di popolo italiano da lui incontrata, composta per altro da una buona dose di non italiani – “extracomunitari, con le loro complicate pratiche” – non è per nulla rappresentativa dell’intera popolazione italiana. A meno che – botta di culo!, come presumo si dica nell’alta società – in quell’ufficio del Comune di Bologna situato in Vicolo Bolognetti si trovasse un campione rappresentativo del 31% di italiani che ancora, stando ai sondaggi, accorda fiducia al premier. Il quale, va detto per dovere di cronaca, è riuscito anche a sbagliare un’addizione da terza elementare, quando si affrontano i numeri “con le virgole”: 5,18 + 0,26 fa 5,44€ e non 5,32€ come dichiarato da Prodi. A meno che a lui spetti uno sconto di 0,12 centesimi di euro sull’imposta per il rinnovo della carta d’identità.
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