sabato, ottobre 20, 2007

Gentiloni: ddl sull'editoria da modificare [e i blogger, di grazia, non sono fessi]

va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog!, così il ministro Paolo Gentiloni sul suo blog cerca di fugare ogni dubbio circa la nuova legge sull'editoria. Il che, come rassicurazione, suona decisamente bene.

Solo una cosa: sia Gentiloni che Di Pietro – avvolto nella solita nebulosità invece Levi – hanno recitato una sorta di mea culpa per aver dato anch'essi l'approvazione al disegno di legge seppur criticandolo dopo che i titolari di blog e di siti non considerabili prodotti editoriali hanno espresso le loro perpelssità. Scuse accettate, ci mancherebbe. Qualcuno però spieghi a Gentiloni e a Di Pietro – ed, eventualmente, anche ai prossimi che si metteranno in coda per le scuse – che non serve citare come colui che “ha lanciato l'allarme” (Gentiloni dixit) Beppe Grillo. Il quale non ha scoperto niente di niente. Mi rifiuto categoricamente di pensare che il popolo di Internet – espressione che semplicemente mi fa vomitare perché suddetto popolo lo è prima nella vita reale e solo dopo, e forse, in quella virtuale – non è così fesso sia da non poter riconoscere un disegno di legge quantomeno strampalato e ambiguo e sia da aver come capopopolo uno come Grillo. Ecco, magari solo alcuni. Ma non generalizziamo.

1 Commenti:

Blogger davide ha detto...

RIPORTO QUI SOTTO UN ARTICOLO TRATTO DAL BLOG DI BEPPE GRILLO. PARLA DI UN DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA GOVERNATIVA CHE SE VENISSE APPROVATO COMPORTEREBBE LA CHIUSURA DEL 99% DEI BLOG ESISTENTI.

"La legge Levi-Prodi e la fine della Rete

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all'informazione sotto sotto questi sono tutti d'accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell'Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L'iter proposto da Levi limita, di fatto, l'accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: "Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere".
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.
Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it"

NON LASCIAMO CHE IL GOVERNO CI METTA IL BAVAGLIO: PROTESTIAMO TUTTI ASSIEME.

Tanti saluti Davide

10:57 PM  

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