mercoledì, novembre 14, 2007

Ridammi la radio, senza l'Audiradio

Quanto affetto e quanto amore. Fabio Santini su Libero [13.11.2007 – pag. 34] scrive un articolo per dire che la radio in cui lavora, Rtl 102.5, stando ai dati Audiradio relativi al quinto bimestre 2007 è la radio più ascoltata dagli italiani, superando persino Radio Deejay – e mettendo parecchia enfasi su quest’ultimo aspetto. Il che, leggendo i dati, potrebbe anche sembrare vero. Casomai è d’obbligo aggiungere almeno tre cose:

1) come Santini saprà bene, lavorando in una radio, il rilevamento degli ascolti Audiradio è a detta di tutti, tranne che di quelli di Audiradio, poco affidabile. Persino peggio dell’Auditel, perché basa le sue rilevazioni su interviste telefoniche durante le quali viene chiesta quale, tra una lista sempre comunicata al telefono, è la radio più ascoltata, per quante ore al giorno e per quanti giorni alla settimana. La massaia che mentre stira ha la radio accesa in cucina perché ha dimenticato di spegnere l’interruttore e perché un po’ di brusio in sottofondo non può far che piacere, tende a falsare i dati. Così come la modalità di rilevamento, telefonica, fa sì che gli intervistati tendano ad indicare quale radio più ascoltata una tra quelle che stanno in cima all’elenco che viene riferito, se non altro per tagliar corto perché in una giornata sono mille gli scassacazzo che chiamano al telefono. E poi basta confrontare le medie giornaliere con quelle settimanali per capire che c’è discrepanza tra le due rilevazioni. C’è chi da tempo sostiene che soluzioni come quella svizzera siano più efficaci e più degne di un paese civile, ma c’è anche a chi va bene così.

2) il caro Santini, per quanto possa voler bene alla sua radio, poteva evitare di scrivere l’articolone-marchetta. Nel quale si legge di “successo straordinario”, di “conduzioni contrappuntate da un modello di intrattenimento intelligente”, di prodotto diversificato “da quello di altre emittenti”. Fossimo un paese onesto, in calce all’articolo ci sarebbe stato il consueto asterisco che indicava “conduttore di Rtl 102.5. Ma ovviamente delle due l’una: se ci fosse stato l’asterisco, non ci sarebbe stato l’articolo – e viceversa.

3) Speriamo che non sia stato – e non dovrebbe – lo stesso Santini a fare il titolo dell’articolo, che recita nel sommario “crolla il mito: Linus superato anche dalla Rai”, e che evidenzia ancora una volta quale sia il mestiere che un padre dovrebbe sperare per un figlio un po’ tonto. Ora, se Rtl ha qualche conto in sospeso con Radio Deejay è affar suo – o per meglio dire, loro. Far scodellare ad presentatore radiofonico un articolo per attaccare una radio concorrente in questo caso suona anche ingiusto, e lo dico senza essere né l’avvocato di Linus (nei confronti del quale sto anche cambiando opinione), né di Radio Deejay. La quale è spesso “sotto” rispetto a Radio1 (e non a tutta la “Rai”, intesa come radio) ma, a dimostrazione della poca affidabilità delle rilevazione Audiradio, sovente solo nelle stime giornaliere e non in quelle settimanali (vedere i dati relativi allo scorso bimestre). Se poi Santini ed Rtl pensano che l’Audiradio sia invece affidabile, perché nell’articolo non c’è traccia del fatto che Rtl è sopra la Rai solo nella rilevazione settimanale, mentre in quella giornaliera è ancora sotto? Noi, che abbiamo letto l’articolone, precisiamo.

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3 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Concordo con la tua visione. Aggiungerei che RTL ha speso dei soldini in campagne tv che danno i risultati proprio nelle interviste telefoniche di audiradio...

7:34 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Certo. Il problema di Audiradio è proprio quello: l'intervista telefonica fa si che il campione tenda a rispondere influenzato più dal bombardamento pubblicitario "esterno" che dai suoi ascolti personali

Saluti

7:35 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

ah, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno! beh in effetti l'ipocrisia che gira attorno ad audiradio è quantomeno imbarazzante. voglio dire: auditel avrà tutti i suoi (arcinoti) difetti: la costruzione e la stratificazione del campione, il meccanismo che richiederebbe una costanza straordinaria da parte degli utenti "osservati", ... potrei continuare. però audiradio è addirittura peggio. interviste telefoniche, dove viene indicato un elenco di radio. voglio dire: alla fine uno dice quella o quelle che conosce, non per forza che ascolta. ci sono sicuramente alcuni casi di utenti particolarmente fidelizzati che, se interrogati, risponderanno senza esitazioni il nome di una e una sola radio. ma tutti gli altri utenti sono utili per spostare a piacimento gli ascolti. ci sono alcuni casi di radio talmente ascoltate (molto o poco) che sicuramente audiradio darà risultati coerenti alle aspettative. ma in tutti gli altri casi?
ok che su audiradio si costruiscono poi i costi della pubblicità. che tocca un po' a tutti stare al gioco. perchè se sto bimestre perdi, magari il prossimo cresci e ti fa comodo mostrare di confidare in audiradio. ma, su x telefonate in una regione o in un comune, se per purissimo caso una, due o n cadono in una zona che sempre per pura coincidenza non è coperta dal segnale di quella radio? caspita, quella radio magari si gioca n ascoltatori su x, e cala di ascolto. tutto questo nel puro caso del caso. ancora, come mai nei periodi di indagine audiradio escono massicce le campagne pubblicitarie su carta stampata, cartellonistica... ma sul serio se mi telefonano dico che ascolto radiox perchè forse l'ho vista su un cartellone? ok può darsi. ma forse non potrebbe anche essere che se faccio tanta pubblicità "è ovvio che io poi sia più ascoltato, quindi è ragionevole che i miei ascolti crescano"? mi fanno un po' sorridere i commentatori che all'indomani dei dati audiradio riflettono sui contenuti dei programmi. funziona per auditel, forse, non per audiradio. come se il fatto che una mattina linus o fernando proce parlino di un argomento o di un altro fosse influente sui risultati audiradio... magari. ma l'utilizzo della radio è molto diverso da quello della tv. è un'abitudine. per dire: in tv è normale che io guardi di tutto. nessuno mi chiede "che tv guardi". mentre si chiede "che radio ascolti". come può audiradio cogliere tutti questi aspetti e queste dinamiche? per ora chiudo questo mio delirio, ma mi piacerebbe continuare il discorso. se a qualcuno va. magari allargandolo anche alla radio in generale.
scusate il disordine ..ma è un po' tardi e sono stanco.
infine vi segnalo un paio di libri, spero sia gradito. probabilmente per chi legge sono già arcinoti. uno è sull'auditel, "la favola dell'auditel" di roberta gisotti. l'altro su auditel, audiradio, audisat... "l'arbitro è il venduto" di giulio gargia.
a presto!

12:05 AM  

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