lettera.
Carissima ***,
si mangia parecchio in questi giorni. Dicono che sia bello stare con le gambe sotto una tavolata imbandita, e intrattenersi in chiacchiere più o meno futili. E sembrare tutti buoni, e fare i bravi e mordersi la lingua più del dovuto. Cordialità a valanghe. Lo hanno scritto tutti gli editorialisti di casa nostra, e pure quelli internazionali che hanno il pregio di farsi leggere proprio il giorno di Natale sul New York Times e non come qui da noi uno o due giorni prima. Ma come al solito, sto divagando, cara ***. Mandarti un sms sarebbe stato riduttivo, scrivere con il telefonino mi pare una merdina a confronto del fogliuzzo bianco davanti agli occhi. E poi, perché limitare il flusso di parole? Forse per non divagare ulteriormente, mi dirai. Ma sai benissimo che se sono logorroico e pedante è perché, tutto sommato, sono felice. E preparati, sono al dunque: felice perché il regalo che mi hai fatto l’altra sera, uno di quei dischi della scorsa decade che mi sono vergognosamente perso, proprio quello che tu mi hai fatto scoprire prendendomi per mano e introducendomi lentamente, ecco quel disco lì la mattina del 26 dicembre, con un solitario caffé nello stomaco che di cibo non ne può più, è un trip allucinante e liberatorio. Un abbraccio.
Etichette: Natale
2 Commenti:
Scopro per caso questo blog. Stavo facendo una ricerca google su Visco (testa di c***o)(don't ask...)
Complimenti, ottima lettura.
Grazie!
Saluti
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