lunedì, agosto 29, 2005
“Il sacrificio? Nessuno glielo chiede”. Con queste parole, arrivate dal capo della segreteria politica dell’Udc Armando Dionisi, il rapporto tra i centristi e la Cdl è presumibilmente giunto al termine. Una volta per tutte. E meno male, perché sinceramente non si capisce come possa esistere una coalizione nella quale un partito da 6% si permette di fare certe affermazioni nei confronti del leader non solo del partito più grosso ma anche dello schieramento stesso. Probabilmente il sacrificio al quale alludeva il Cav. nelle sue dichiarazioni da Mosca era non tanto quello di candidarsi come leader – con il via libera di tutti i rimanenti partiti e con l’unica eccezione dell’Udc appunto – quanto sopportare i capricci di chi si sta facendo desiderare, conscio del fatto di non essere indispensabile e sicuro di arrivare a correre da solo a polverone finito. Non prendiamoci in giro: l’elettorato di centro destra non ama l’Udc, questa è la verità. Chi ha mire centriste è già migrato dall’altra parte, insieme ai molti ex che si sono ritrovati scontenti di aver votato il Polo. Chi vuole centro è passato alla Margherita o all’Udeur ma non è rimasto all’Udc. E l’Udc se lo deve mettere in testa: perde i suoi elettori tanto quanto tutti gli altri partiti della Cdl. E se vuole andarsene – correre da sola o in mire neo-neocentriste piuttosto che fare il “salto della quaglia” sinceramente è cosa di poco interesse – libero di farlo: contenti loro e lieti noialtri. Nessuno è indispensabile, tanto meno un partito piccolo, deleterio per l’intera coalizione con i suoi comportamenti e per di più facilmente recuperabile con le ventilate nuove alleanze con la Dc di Rotondi, la Mussolini e i cosiddetti “radicali di destra”. Insomma, è ora di finirla. Se non siamo in aperta campagna elettorale, mancheranno si e no tre ore: bisogna stare uniti, adeguarsi alle decisioni dei più grossi (in termini quantitativi di consensi), recuperare credibilità – questa persa, sinceramente, non solo per colpa dell’Udc – e presentare una proposta credibile, coerente e che riesca a conquistare nuovi elettori ma, soprattutto, quelli delusi. E poter così battere un sinistra-centro sempre più scricchiolante, tenuto insieme da un odio verso l’attuale Premier e con un leader di partito che ha già dichiarato: faremo cadere il governo. All’apparenza sembra facile, ma si sa, all’atto pratico è tutta un’altra storia. Ci proviamo?
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