venerdì, settembre 16, 2005

Chiedo venia per il ritardo - cosa è successo nell'ultima settimana?

Non si fa, me ne rendo conto. Non si può fare una settimana di pubblicazione matta e disperatissima, incrementare notevolmente gli accessi al blog e poi – puff! – sparire per quasi un’altra e intera settimana. È da ragazzetti, quelli col blogghettino dei GdV. Quelli di “ieri sera sono uscito con Caia, ma sono tornato a casa a spipparmi pensando a Sempronia” o ancora “tvb, Bcc, Cnn, Cgl Cisl e Uil”. Non vi siete fati quest’idea, vero? Ok, sto tergiversando, sto perdendo tempo pur di evitare l’imbarazzo di cercare una scusa per non aver scritto nulla negli ultimi 5 giorni. Per non nascondermi dietro il banale e ipocrita “non ho avuto tempo di farlo”, conscio del fatto che dall’altra parte – dove l’intelligenza non manca affatto – ci sarà sempre qualcuno pronto a rinfacciarmi che “coglione!, non si scrivono quattro post al giorno, di lunghezza media di 1500 battute, per poi sparire per una settimana! Ma non ce l’hai una luridissima cartella per le bozze?”. Certo che ce l’ho, e questa settimana era – è – deserta. Insomma, sì, per quanto banale e schifosa e ipocrita e puerile possa essere la scusa del “non ho avuto tempo”, è anche tremendamente vera. E ora che fare? Degli argomenti caldi è stato detto di tutto, inutile ripetere ciò che per la rete trovate in tutte le forme, in tutte le salse e di tutte le ideologie, dedicando post “singoli” a ciascuna questione. Allora, post calderone: un concentrato di tutto, in un unico pezzo. Ci posso provare? I miei due gentilissimi – e, speriamo, pazientissimi – lettori mi concedono l’opportunità sorvolando sulla presunzione di riuscirci? Ok, grazie mille. Da dove cominciare? Politica o Pacs (che poi, caro il mio Prodino, tu li hai messi sempre sul tavolo della politica). Massì, parliamo subito male dei due schieramenti, ai presunti matrimoni per presunte famiglie di non si capisce più bene cosa ma l’importante è strumentalizzare, torneremo dopo.

Allora, cosa è successo nel palazzo? Un ritorno al proporzionale, mi pare di aver sentito da qualche parte. E – sempre mi pare ché se non ho avuto tempo non ho avuto tempo, chiaro? – come ovvio che fosse sono stati i neo-centristi dell’Udc a chiederlo a gran voce. Bene, volevano due cose: la prima era discontinuità nella Casa delle Libertà per quanto riguarda il candidato premier da presentare nel 2006, mentre la seconda era appunto questa benedetta legge elettorale. Berlusconi come ben si sa, non concederà mai nemmeno lontanamente di avanzare come ipotesi quella di un’altra persona da far scontrare con Prodi al posto suo. E quindi cosa rimaneva se non la legge elettorale? E sempre Berlusconi – ed è da queste cose che si riconoscono i leader, o Casini e il suo socio imparentato col maghetto Harry Potter (che un egregissimo giornalista descrive anche come “boccuccia a culo di gallina”, giusto per la cronaca) pensavano di essere migliori del Cav.? – ha pensato che sarebbe stata un’ottima occasione per mettere l’Udc, l’alleato più infedele e guastatore all’interno della Cdl, con le spalle al muro. Il Cav, come del resto AN, non vuole più di tanto cambiare la legge elettorale, pur pensando che sarebbe una buona mossa per cercare di ottenere la vittoria nel 2006. Ma a questo punto la proposta di cambiamento gli è venuta favorevole: che sia Casini a presentare questo “cambio di regole” ha pensato da New York, e in qualche modo ha dato il via libera. Bene, si è scatenato il putiferio: perché la sinistra, come ovvio per chi basa la politica sulla regola del “bastian contrario”, ha gridato allo scandalo: “non si cambia la legge elettorale alla vigilia di elezioni, è una truffa atta solo a rubare voti e a favorire il Polo”. E in più deve aver anche pensato: “hai capito questo Casini? Prima fa gli occhi dolci al nostro schieramento – alla festa dell’Udeur, con certe dichiarazioni d’amore per Rutelli e di odio per il Cav. – e poi si crea una bella legge tutta per sè e la sua coalizione, facendo uno sgambetto al centrosinistra. Col cavolo che ti prendiamo se vieni ad elemosinare un posto quando il vostro Polo sarà sommerso”. In questo modo il Cav. ha blindato l’Udc: avete proposto il proporzionale, come volevate voi in cambio della salvaguardia della coalizione, e cosa avete ottenuto? Nulla, nessuno lo vuole e in più vi siete inimicati il centrosinistra. Senza di me non andate da nessuna parte, quindi zitti e mosca, si fa come dico io. E come dice lui? Nessuno vuole il proporzionale, anche all’interno del centrodestra. Fini ha posto come condizione prima del voto della legge elettorale, di terminare gli altri progetti in corso d’opera, tra cui priorità per la Devolution, attirandosi in questo modo le simpatie leghiste. Poi ne possiamo parlare, ha detto in tono comunque non molto convinto il vicepremier. Ma dopo che il centrosinistra ha minacciato – stupidamente, come del resto è loro costume – addirittura di boicottare le sedute in parlamento durante la proposta della legge elettorale, e dopo che anche alcuni politici del centrodestra hanno dichiarato di non votare per nessun motivo la nuova proposta, c’è da scommettere che verrà rimessa nel cassetto. Con buona pace del bipolarismo e del maggioritario “all’amatriciana”, e di quei rompicoglioni dell’Udc – il termine non si addice alla finezza del blog, convengo, ma quando ci vuole ci vuole!

Pacs, i cosiddetti patti civili di solidarietà. In cosa consistono? Prima di tutto in un progetto nobile, assolutamente: perché io che ho convissuto per anni con una persona – del mio o di diverso sesso –, l’ho accudita nel momento del bisogno, sono stato al suo capezzale fino a che la morte me l’ha portata via, non ho diritto all’eredità? Perché non posso passare a questa persona il mio contratto d’affitto? Perché non posso godere della sua pensione in caso di decesso, come una qualunque moglie (o un qualunque marito) “tradizionale” che ha vissuto per anni al fianco del proprio (o della propria) consorte? A questo servono i Pacs, a garantire i diritti civili minimi essenziali anche a quelle coppie che non sono unite dal matrimonio. Questo è l’intento nobile. Non la pagliacciata proposta da Prodi, urlata in punta di slogan dopo che l’arcigay ha dichiarato che, dimostrandosi il leader dell’Unione non molto interessato alla loro questione, forse non avrebbero votato per il centrosinistra con la convinzione di qualche mese fa. Allora ecco la promessa di una deriva alla Zapatero, con il matrimonio tra persone dello stesso sesso – piccolo sottoinsieme dell’enorme insieme delle coppie di fatto – con il valore della famiglia distrutto. Con due uomini o due donne che possono far crescere un bambino, che sono sposate tanto quanto i neo-sposini che innanzi all’altare si sono appena giurati fedeltà “finché morte non li separi”. Questo ha promesso Prodi dal suo tir giallo- canarino. Questo ha urlato, ha strumentalizzato in cambio di voti. E questo è quello che nessuno – un po’ di presunzione mi porta a dire: nemmeno le coppie omosessuali – vorrebbe. Detto questo ripeto che i Pacs sono una cosa utile da fare: servono a tutelare le coppie – etero o omo se c’è l’amore è la stessa cosa – non legate da “vincoli burocratici” (se mi passate l’espressione), servono a garantire i diritti umani e civili delle coppie “tradizionali”. Ma vanno fatti in fretta, per impedire che un tortellone bolognese li rilanci “a modo tutto suo”, ovvero strumentalizzandoli e allargando la questione a fattori (figli, adozione di figli, valore della famiglia) che sinceramente al dì fuori del contesto della coppia tradizionale non andrebbero assolutamente collocati. Ce lo fatta con il riassunto, sebbene di oltre settemila battute? Buon Weekend.

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