Il pezzo lo troverete da qualche parte, tra un po'...
Mercoledì 16 novembre, al Senato sono circa le 19 e 30 quando viene approvata una nuova riforma targata Casa delle Libertà, la devolution così tanto voluta dalla Lega di Bossi. Centrodestra praticamente compatto nel votare a favore (l’unica defezione registrata è stata quella del vice presidente del sentato Fisichella, che votando no ha anche colto l’occasione per dimettersi da Alleanza Nazionale, in polemica col partito), centrosinistra altrettanto unito a votare contro e a promettere una futura battaglia referendaria. Intanto, dalle “tribune d’onore” Umberto Bossi, moglie e figli al seguito, ha alzato il pugno alla lettura dell’esito della votazione (170 sì, 132 no e 3 astenuti). Di più non poteva fare, la malattia che l’ha colpito lo scorso anno ancora lascia i segni. Vorrebbe, presumibilmente, alzarsi, urlare, sbraitare, mostrare tutta la felicità verso i suoi compagni di partito e verso il centrodestra (quasi) intero. Non può, ma in quel pugno e in quel ghigno l’idea viene comunque resa. Ma al di là della cronaca, degli avvenimenti, del colore, cosa cambierà con questa benedetta devolution? Inutile girarci troppo intorno: essendo una riforma cosiddetta costituzionale, andrà a modificare parte della costituzione, precisamente l’articolo 117. Ma non è abbastanza per storcere il naso minacciando una presunta “morte della Carta”, in verità nemmeno lontanamente auspicabile. La riforma della devolution attribuisce competenza esclusiva alle Regioni per quanto riguarda l’organizzazione sanitaria, scolastica e la polizia amministrativa locale, questo il quadro generale. Per quanto riguarda la sanità, non cambia nulla: la legge conferma i poteri che le regioni già hanno per quanto riguarda l’organizzazione e la gestione delle strutture sanitarie ed ospedaliere. Riguardo alla scuola, saranno le regioni a rendersi carico dell’organizzazione del personale, mentre non cambierà la formulazione dei programmi scolastici, che sarà ancora centralizzata, con la possibile aggiunta di integrazioni – e non dunque di privazioni o stravolgimenti - da parte di specifici enti locali. Infine le regioni avranno il potere di istituire o meno un nuovo corpo di polizia locale con funzioni amministrative. Con la riforma non è stata introdotta solo la devolution, bensì anche altre modiche riguardanti il Senato della Repubblica che diventa federale. Il numero dei senatori passa così da
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