la differenza.
Romano Prodi dice di voler conoscere “la differenza tra il ritiro da noi [inteso come Unione] annunciato e la dichiarazione del [precedente] governo di lasciare l'Iraq entro la fine del 2006”. Presto detto. Prodi, non ancora del tutto insediato come nuovo premier, ha subito lanciato la cosa del “ritiro subito” nascondendosi dietro il fatto che anche la Casa delle Libertà sul finire della legislatura aveva annunciato di aver previsto un piano di ritiro che si sarebbe compiuto per la fine del 2006; il fatto è che il leader dell'Unione ha dovuto dirlo perché ostaggio della sinistra più radicale ed intransigente e non per vere convinzioni. Da qui a trovare la differenza il salto è brevissimo: l'Unione ritirerà le truppe – subito o entro il 2006 poco importa – a priori, senza valutare la situazione, senza ascoltare gli appelli di chi, da laggiù, ci vuole ancora al suo fianco per cercare di far ripartire l'Iraq – e non sto parlando necessariamente degli Americani. La Casa delle Libertà con ogni probabilità aveva sì previsto il piano del ritiro, ma ciò andava anche concordato con le autorità irachene e andava attuato valutando attentamente la situazione. Eccola la differenza, caro Prodi. Stupisce che un professore universitario non riesca ad arrivarci da solo.
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