lunedì, giugno 19, 2006

Fate finire questo schifo

Non se ne può più. Ne abbiamo letteralmente le palle piene. Intercettazioni su intercettazioni, sembra non finire mai. E prima Unipol, e poi Calciopoli e ora l'affare dei Savoia. E giù pagine e pagine di quotidiani con i discorsi di quello insieme a quell'altro. L'italiano medio si arrapa, si eccita da morire – l'ho già scritto, ma certi concetti è bene ribadirli. Una volta bastavano le partite di calcio in casa e il disquisire di patata al lavoro per gli ometti, qualche pettegolezzo di paese per le signorine, e tutto era a posto. Ora i mirabolanti (?) progressi della tecnologia rendono davvero la vita come il Grande Fratello, alla faccia di chi invoca la privacy pure quando ti fumi una sigaretta fuori dal suo muro di casa – quelli che la mattina dopo fanno la pupù con il giornale in mano per leggere le ultime intercettazioni.

E poi, finito un giro, si ricomincia subito, nemmeno il tempo di farsi passare il mal di testa. A qualcuno interessa ancora Calciopoli? Sia mai. Il Mondiale è iniziato, l'Italia pare mica messa troppo bene, chi deve indagare indaga, a fine agosto al massimo si chiacchiererà un po' da Bar Sport se la propria squadra sarà penalizzata. Ma adesso c'è Vittorio Emanuele, quello lì che poteva rimanersene di là a fare le sue cazzate, ora l'attenzione è tutta su di lui. E il balletto delle intercettazioni è ovviamente iniziato. Tutti ad accusare il metodo e poi il mezzo (stampa), ma tutti i direttori che pubblicano, perché non si possono mica regalare le copie in giro. Sarebbe ora che le querele arrivassero, e sul serio; e fossero care, perché la cosa è davvero disgustosa. Non trovate? Ah, non è disgustoso vedere il vecchio Savoia che dice che quella ragazzina lì fa i pompini con il preservativo, e che questo mica va bene, e l'altro – nemmeno so chi è, leggo velocemente da Dagospia, che gli dice che sì, Principe, ha perfettamente ragione, ma ora si preoccupano tutte per le malattie e lei è della vecchia generazione, come me – dico, tutto ciò non è disgustoso? Già, avete capito, loro sono della vecchia generazione, e il pompino gli piace senza nulla in mezzo alle palle – e proprio il caso di dirlo. Penalmente rilevante? Schifoso – immaginare la scena più che altro – ma nulla di penalmente rilevante. E anche se lo fosse non lo deve sapere il lattaio o il ciabattino che leggono il loro quotidiano tra un cliente e l'altro. Si chiama segreto istruttorio, non sputtanamento mass mediatico. Ma noi siamo così, ci eccitiamo per niente. Perdiamo ore a leggere queste scemenze ma guai ad aprire un libro, si fa troppa fatica.

Il neo-ministro della giustizia, Clemente Mastella, tra un atto di clemenza e l'altro ha dichiarato di voler attuare un decreto per le intercettazioni quanto prima, a patto che la maggioranza che l'opposizione siano d'accordo. Se ne freghi, Mastella. Parte della maggioranza è d'accordo – parte è forcaiola e si eccita – e parte dell'opposizione idem. Ma quando c'è da concedere una grazia urgente – e anche sacrosanta, ma non è questo il punto – nemmeno ci si degna di chiamare i parenti delle vittime (che son pur sempre morti e va bene non toccare Caino, ma nemmeno sputare sulla tomba di Abele...) e quando c'è da varare un decreto importante si cerca l'accordo? Quelli d'accordo ci sono, da una parte e dall'altra, e penso che siano sufficienti, basta che questo schifo finisca.


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