Se le minoranze hanno il diritto di affermare la propria identità, lo stesso vale per le maggioranza. E se le minoranze vogliono obbligare le maggioranze a privatizzare i simboli della propria fede, devono esserne pronte a pagarne il prezzo, che è lo scontro. Naturalmente, questa non è la risposta che ha dato la nostra élite politica, la quale ha sempre preferito concedere territorio anziché difenderlo e mostrare la propria tolleranza nei confronti delle richieste delle minoranze, ignorando le più moderate ma molto più legittime richieste della maggioranza. In una parola, ha preferito l'appeasement allo scontro. Tuttavia, se la storia moderna ha qualcosa da insegnarci, è proprio che l'appeasement non funziona mai. È stata la politica dell'appeasement che ha permesso alla Germania di riarmarsi negli anni Trenta dello scorso secolo, e che ha messo nelle mani di Hitler i territori di cui aveva bisogno per creare la propria base industriale. È stata questa stessa politica che ha dato potere prima a Lenin e poi a Stalin, e che ha consentito all'Unione Sovietica di imporre il proprio giogo sull'Europa orientale. Non si è mai ottenuto nulla con l'appeasement, il quale è, per sua stessa natura, una strategia di sconfitta. Comporta la rinuncia ai propri interessi, senza ottenere nulla in cambio. Ed è questo il rischio che ora corrono le élite europee di fronte agli islamisti.
venerdì, giugno 02, 2006
Roger Scruton, Il Foglio, 01.06.2006, inserti II e III
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