sabato, agosto 19, 2006

Lezioni di storia a pagamento

Che poi uno pensa: “allora devo proprio leggerli tutti!”. E sì, perché a quanto pare il Quotidiano Nazionale (sorta di network della carta stampata che racchiude in sé tre ex gloriosi quotidiani italiani come Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino) ha pubblicato – a pagamento – una pagina commissionata dall'Ucoii nella quale l'organizzazione si premurava di spiegare al popolo italiano – o per lo meno a quei pochi rimasti a leggere quelle tre testate – i crimini commessi da Israele nei confronti di Libano e Palestina, con finale e grottesco – e imbarazzante e un tantinello vergognoso – accostamento tra il nazismo e la sua vittima principale. E sì, uno rinuncia a leggere giornaletti che ormai fungono per lo più da cronaca locale – perché per questo motivo vendono ancora qualche copia – pensando che mai e poi mai potrebbero attirare su di loro l'attenzione, e invece cosa succede? Che, sorseggiando il caffè durante l'edizione serale del Tg5, si veda l'amato Toni Capuozzo scagliarsi in modo sacrosanto contro la “pubblicazione”. Si chiede Capuozzo – e ci chiediamo noi tutti – perché l'Ucoii non si è premurata di spiegare agli italiani il motivo per cui Hina è vissuta così poco ed è stata sepolta nel giardino di casa. O ancora perché si fa finta di non ricordare antichi flirt tra il regime e il Medio Oriente. O perché il Mein Kampf venda ancora molto da quelle parti, o da dove arrivano le armi di Hezbollah e tante altre cosette. Presenti, non passate. Magari quelli di QN, tanto generosi, poterebbero regalarla questa volta una paginata all'Ucoii: se avvisati per tempo non ci perderemmo per nulla al mondo un'altra lezione di storia. Tra la cronaca di Sondrio e quella di Massa Carrara, per quanto ci interessi.

[Non mi permetterei mai di farmi gli affari di un giornale, intendiamoci. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, compreso pubblicare avvisi a pagamento di qualunque fattura. E nemmeno vorrei delle scuse da parte della direzione di QN: che queste arrivino ai loro lettori, ché io non sono e non voglio considerarmi tale. Solamente sarebbe corretto, appunto, nei confronti di chi legge, certe cose non pubblicarle. Infine mi chiedo: ci sarà stata una Falqui o una Bistefani qualunque disposta a pubblicizzare i propri prodotti su una pagina di quotidiano, o no?]


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