sabato, settembre 02, 2006

i ministri pensino alle loro di vacanze

Francesco Rutelli deve farci capire bene quando parla di cambiamento nel modo di fare le vacanze per gli italiani (“le vacanze degli italiani vanno ridiscusse”). Ha infatti ragione a dire che in Italia si va in vacanza come trent'anni fa, ovvero nei mesi estivi, e che mentre una volta si prediligevano le vacanze interne ora si va molto di più all'estero. Ma da qui a ventilare ipotesi di cambiamento che arrivano direttamente dallo stato riguardanti il periodo in cui gli italiani debbano fare le ferie, ce ne passa. Perché va bene tutto, ma se l'italiano le ferie preferisce farle ancora ad agosto, il governo mica glielo può impedire. Come a nessuno è impedito di fare la settimana bianca a febbraio o di andare sul Mar Rosso ad aprile. Se uno può permetterselo e la sua organizzazione lavorativa glielo consente, ben venga. Ed è quello che già succede, caro Rutelli. Ben diversa cosa se il ministro dei Beni Culturali intende dire che è vergognoso come in Italia ci sia una paralisi nelle due settimane centrali di agosto, quando solitamente in tutto il resto dell'Europa le aziende lavorano. Qui però non è tanto un fatto di andare o meno a fare le ferie, o di quando farle, bensì di gestirle meglio e quindi di garantire, almeno a livello minimo, quei servizi che sono richiesi ad esempio da partner commerciali esteri o dai semplici cittadini che – per varie ragioni – passano il ferragosto in città, anche se un intervento del governo in questo senso mi sembra decisamente troppo. Mi viene quindi meglio pensare che sia l'ennesima sparata di una persona che ha ben altri problemi da affrontare e che – non ce ne voglia – è stato in vacanza, come la maggioranza degli italiani, fino ad una decina di giorni fa.


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