venerdì, novembre 03, 2006

il Cav. non s'incazzi, Santoro lo guardano in pochi ormai

Il Cavaliere non s'incazzi, ormai dovrebbe esserci abituato. Come ha detto lui, c'è un'Italia della calunnia e una della tolleranza, e non è difficile collocare certe trasmissioni all'interno della prima categoria. Non ho avuto modo di vedere Annozero ieri sera, e non me ne rammarico affatto, dal momento che visti gli ascolti, non devo essere stato il solo. Sta di fatto che Silvio Berlusconi avrebbe volentieri fatto un intervento in diretta, visto che si stava parlando di quella ormai ribattezzata come “vicenda Mills”. Avrebbe fatto, se non fosse stato che Santoro ha detto che di telefonate in diretta, e per di più del Cavaliere, non ne voleva sapere, usando come scusa un'improbabile “la trasmissione non prevede telefonate”, forse dimenticando che non era un cittadino qualunque a chiamare. La bagarre si è immediatamente scatenata, per questo ho suggerito al Cavaliere – e per quanto il mio suggerimento umilmente valga – di non incazzarsi, di non sbattere la testa su queste sciocchezze, di curarsi il menisco frantumato, di leggersi un libro ma di non pensare a quanto accaduto. È risaputo che le trasmissioni di Santoro, qualunque sia l'argomento affrontato, difficilmente prevedono la possibilità di avvalersi del diritto di sentire la voce opposta a quella che è la sua linea. È una vecchia abitudine, quella del proibire il diritto di replica, che ormai ha stancato anche gli italiani i quali, con estrema facilità, spingono altri pulsanti sul telecomando. Segno che il processo televisivo – miracolo – ha rotto i coglioni. Mi si perdoni il francesismo.


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