mercoledì, novembre 08, 2006

Renato Farina minacciato di morte

Se tu esponi un personaggio pubblico, noto, come un giornalista, ad una continua gogna mediatica e ad una prospettiva – caldeggiata in modo nemmeno troppo tiepido – di pubblico linciaggio, è chiaro che poi ti devi aspettare delle conseguenze e, magari, prenderti delle responsabilità. Le conseguenze nel frattempo sono arrivate, e Renato Farina, l'ex vicedirettore di Libero costretto ad abbandonare l'incarico perché sospeso 12 mesi dall'ordine dei giornalisti e con promessa di radiazione dall'albo, è stato vittima di minacce invero molto esplicite da parte di un non meglio specificato “Fronte Rivoluzionario per il Comunismo”. Il quale fronte, sia detto, ha lasciato un pacco bomba proprio sulla porta di casa del giornalista, indirizzato al “dottor Renato Betulla Farina”, con tanto di rivendicazione e lista degli spostamenti di Farina e dei suoi famigliari, come da migliore tradizione terroristico-brigatista. Le responsabilità, c'è da scommetterci, nessuno se le prenderà. Tanto meno tutti coloro i quali si sono espressi con parole che coprono una gamma “dal duro all'odioso”, fomentando i cervellini da gallina di chi poi fa recapitare i pacchi bomba sotto casa. Capito cari intellettuali, direttori di giornali, politici che avete gridato all'odio contro Farina in modo chi più chi meno esplicito? E cari governanti, privacysti, capi di servizi più o meno segreti, pronti a mettere il segreto di stato sui riscatti pagati ai rapitori islamisti ma non sulle vicende che espongono un personaggio pubblico alla gogna mediatica, vi sentite senza colpa?


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