Alitalia privatizzata, ma con la mano pubblica
“Non parlerei di privatizzazione [...] meglio parlare di cessione di quote a capitali privati sotto stretto controllo della mano pubblica” Alessandro Bianchi, Ministro dei Trasporti del Partito dei Comunisti Italiani [Il Messaggero, 06.12.2006, pag.3].
Da questa dichiarazione risulta fin troppo comprensibile – anche un bambino lo capirebbe – che la privatizzazione di Alitalia – ops, non chiamiamola così ché il ministro s'incazza – è una finta, una farsa. Dopo i paletti, dopo le condizioni assurde, dopo il Tesoro che vende sì il 30,1% ma mica aderisce all'Opa, perché un po' di roba la vuole tenere (Enrico Letta dixit), chi ha il coraggio di considerarla vera privatizzazione? Ieri scherzavo circa i pizzini con espresso il gradimento del governo sulle mosse della compagnia “privatizzata”: non ho granché sbagliato. Questa è una dichiarazione d'intenti. Ovvero dell'intenzione di non ripetere la figuraccia fatta con Telecom. Nossignori, qui si dice subito che lo Stato non molla l'osso. Gli imprenditori mica saranno kamikaze, ma nemmeno fessi.
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