venerdì, marzo 02, 2007

Sanremo - 3

Terza serata, quella dei duetti. I momenti belli sono stati sinceramente pochi, quelli di spessore musicale li possiamo contare sulle dita di uno che ha lasciato la mano sotto una trancia: un paio, non di più. C'è stata quella cosa bellissima tra Simone Cristicchi e Sergio Cammariere, che ha affascinato. Non male anche Dorelli, come da previsione. Il resto è scorso via senza lasciare traccia e persino una piccola stella da tenere d'occhio come Nate James non è riuscito a far dimenticare la pochezza di Meneguzzi (tutto riferito, per carita, ieri sera ho fatto altro, ed ho optato per i Soft Machine ed è stato bellissimo come sapevo).
Extramusicale, mi riferiscono che il più grande imitatore italiano attualmente sulla scena, ovvero Max Tortora, ha fatto faville imitando Califano: "Quanno scopa Pippo mo' che s'è lassato co' 'a Ricciarelli?", "Pippo conduce, Pippo dirigie e quanno pippo io me mettono al gabbio" e Del Noce scambiato per Don Mazzi mi hanno fatto scendere le lacrime solo ad immaginarmi la scena. E, in contemporanea, al Grande Fratello dicono ci fosse Califano, quello vero, il quale interpellato dalla Marcuzzi circa il sentirsi chiuso in confessionale, ha replicato che a lui l'hanno "chiuso dentro tante volte nella vita, per cui", riscattandosi immediatamente con la richiesta esplicita di dove i ragazzi scopano, nella casa più osservata d'Italia. Sanremo è anche questo, quando cambi canale durante la pubblicità.

Edito, dopo aver letto sul Corriere che a Baudo l'imitazione del Califfo non è piaciuta. Cioè, mentre a noi provocava sconquassi emotivi ed ilarità violenta – merce sempre più rara a Sanremo – Pippo “sudava come un pazzo”. Il che è veramente terribile, e dispiace per Baudo il quale deve veramente avere qualche problema al senso dell'umorismo: ridere alla sue battute e indignarsi per il genio di Tortora non è normale, è preoccupante. Che il caro Pippo pensi davvero che l'imitazione sia stata di cattivo gusto? Perché Califano è così, e imitandolo non si può far altro che esasperarne le caratteristiche, ma non tocca a me fare la lezioncina di comicità a Sua Bauditudine.



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