Rutelli taglia i fondi ai Beni Culturali ma nessuno protesta
Quando nel 2006 il governo di centrodestra stanziò i fondi destinati ai Beni Culturali tutto l’apparato intellettuale e culturale gridò allo scandalo tramite strumentalizzate manifestazioni di piazza: Berlusconi e l’allora ministro dei Beni Culturali Rocco Bottiglione dovevano vergognarsi poiché, a detta dei manifestanti, con il patrimonio culturale italiano già con l’acqua alla gola i soldi messi a disposizione dal governo erano troppo pochi, insufficienti per un paese conscio della sua tradizione artistica e culturale quale l’Italia.
Poi le cose sono cambiate, al governo c’è andato il centrosinistra e l’estabilishment culturale italiano sembrava tirare un sospiro di sollievo: con i “loro” al governo, finalmente la cultura italiana avrebbe avuto a disposizione i soldi che si merita. E invece, leggendo lo schema di decreto con la ripartizione delle somme a disposizione dei Beni Culturali, presentato dal Ministro Rutelli, i fatti vanno in modo decisamente diverso: a dispetto delle previsioni, e a differenza del centrodestra, il governo Prodi ha tirato la cinghia per altri 4 miliardi di euro. Il che vuol dire che mentre il governo della Casa delle Libertà per il 2006 stanziò i contestatissimi 30 miliardi di euro, l’Unione per il 2006 ne mette a disposizione solamente 26. Analizzando le cifre “al dettaglio”, si scopre che importanti enti, associazioni e fondazioni subiscono tagli notevoli ai finanziamenti pubblici. A piangere maggiormente quest’anno tocca alla Biennale di Venezia che passa da 7.523.695 euro a 6.518.091 (1 miliardo di euro in meno), seguita a ruota dalle fondazioni “Reggio Parma Festival”, “Festival Pucciniano” e dall’associazione “Centro Europeo” che prenderanno dal ministero 1.871.522 euro contro i 2.159.991 euro messi loro a disposizione dal governo Berlusconi nel 2006. Queste le strutture più colpite dai tagli, ma scorrendo il decreto vi si trovano altre realtà importanti, tutte con i contributi “segati”: “l’Unione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche” (- 9 mila euro), il “Fondo Ambientale Italiano” (- 27 mila euro) e
Se a chi gli anni scorsi protestava e si indignava stesse davvero a cuore il patrimonio artistico e culturale italiano, come minimo a fronte di questi nuovi tagli ora assisteremmo alle barricate. E invece niente di tutto ciò, a dimostrazione di come il circuito culturale italiano – quasi in toto “de sinistra” – usasse praticare feroci strumentalizzazioni e scontri politici anche nel campo della salvaguardia dei nostri Beni Culturali, mentre l’attuale Ministro Rutelli, perso nei problemi interni alla sua Margherita che tanto lo vorrebbe far fuori, fa finta di nulla e tergiversa. Ora non si grida più al disprezzo dei Beni italiani, non si trovano più scrittori, attori, nani e ballerine in piazza a gridare contro il Cav., non si leggono più colonne di piombo indignate sui più importanti giornali italiani. Tuttavia lo scempio si è compiuto ancora, ed in modo maggiore, a dispetto della tanto ostentata “serietà”.
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