domenica, maggio 18, 2008

vergogna e imbarazzo

Provo vergogna quando un personaggio pubblico scrive ad un importante giornale per dire la sua, sottoforma di una non richiesta lettera al direttore. Provo ancora più vergogna, quando questo personaggio è pubblico fino ad un certo punto; ovvero è, per sua stessa scelta, semi-pubblico nella misura in cui appare in televisione ogni tot anni per fare tot puntate, solitamente in concomitanza con l’uscita natalizia di un suo disco per meglio lanciare il prodotto, delle quali nessuno può dire e fare niente, nemmeno chi ne avrebbe tutto il diritto, come ad esempio il direttore della rete sulla quale quelle puntate vanno poi in onda. Dicevo, provo vergogna, e a volte anche imbarazzo, perché spesso i toni della lettera sono futili, e le argomentazioni infantili, e provo a mettermi nei panni del direttore cui la lettera è indirizzata, che è indeciso tra il cestino e la prima pagina – l’uno è quello che vorrebbe, l’altra è quella che impone un tacito protocollo di eleganza e gentilezza – e questa indecisione deve suonare parecchio fastidiosa ad uno che ha già altre grane cui pensare. Provo vergogna quando poi, leggendo la lettera, scopro che è piena di puntini di sospensione e di parole scritte in maiuscolo, che contiene al suo interno astrazioni e pensieri degni di un temino di quarta elementare e per tacere delle parolacce brutte non perché tali ma perché male usate – un po’ come quando il personaggio semi-pubblico volle infilarne a tutti i costi una nel titolo di una di quelle sue famose trasmissioni «mordi e fuggi». Insomma, a voi un periodo come «Mentre scrivo vedo che c'è un disturbo alla Rai, forse è l'antenna, che fastidio, se c'è una cosa che dovrebbe essere libera da ogni disturbo è proprio la Rai... perché ti deconcentra... non mi ricordo più cosa stavo scrivendo ah si, dicevo che le cose stanno camb... ah ma il difetto è solo su Raitre, infatti vedo una scritta a tutto schermo che dice: CANCELLATO, mentre sul Corriere di oggi leggo che non è stato cancellato il disturbo, ma è stato cancellato invece un programma di informazione importante come Primo piano da sempre attribuito alla testata diretta da Antonio Di Bella» non imbarazza? Provo vergogna, per il Celentano che oggi sul Corriere si stupisce del cambiamento di toni di Silvio Berlusconi non perché i toni non siano cambiati, ma perché l’Italia non sente il bisogno di svegliarsi la mattina e leggere sul suo più famoso e autorevole giornale i pensierini di Adriano Celentano inviati da lui medesimo, senza nemmeno il filtro giornalistico di un’intervista che almeno ne giustificherebbe la pubblicazione. Provo vergogna ed imbarazzo nel leggere l’accostamento della Presidenza della Camera alla Playstation. Provo vergogna ed imbarazzo per giudizi tipo «ipocrisia» e «arroganza» riferiti – con uno spregiudicato uso del «tu» - al neo Ministro della Difesa La Russa, reo di aver espresso una valutazione politica nei confronti di un suo ex alleato in uno dei tanti salotti televisivi, e la vergogna e l’imbarazzo sono riconducibili alla famosa storiella della pagliuzza e della trave, o a quella della vacca e del mulo e di un culo di mezzo che puzza. La vergogna e l’imbarazzo, per tutti i motivi appena spiegati, è evidente che li provo solo per l’autore di suddetta lettera.

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4 Commenti:

Blogger Tetsuo ha detto...

Be la trovo una lettera normale, con uscite più o meno condivisibili.
Non capisco questa indignazione, anche nell'allusione alla playstation o nella critica a La Russa.

Forse ci si indigna troppo e troppo spesso a sproposito... sena mai fermarsi sui contenuti delle cose.

12:47 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Non c'è indignazione per la lettera, semplicemente perchè non mi sono indignato. Ho invece, e l'ho scritto, provato imbarazzo per aver trovato sul Corriere una lettera scritta da Celentano e pubblicata come se si trattasse di un'analisi seria - e un'analisi seria, va da sè, può anche non essere condivisa e condivisibile, ma ciò non la scalfisce nella sua serietà. Ma un'analisi seria non può mancare di contenuto e di brillantezza, anche ortografica. Da qui l'imbarazzo per i puntini di sospensione, per le parolacce, per le maiuscole e per l'uso del tu verso Ministri con i quali Celentano non credo abbia confidenza o comunque, in caso contrario, verso i quali si deve usare un protocollo formale necessariamente richiesto da una lettera al Corriere.
Provassi indignazione, coverei anche risentimento, il che implicherebbe un mio non nascosto desiderio censorio nei confronti di qualcuno non di mio gradimento. Ma niente di tutto ciò, e quindi l'imbarazzo per una lettera legittima ma a me sgradita, e scritta con aria di supponenza e mancante di ogni regola ortografica e di protocollo.

Saluti

2:28 PM  
Blogger Tetsuo ha detto...

Be io i formalismi li lascio ai libri di scuola, visto che siamo nel 2008 e da destra e sinistra non si evince questa battaglia per essere i migliori in campo formale.
Trovo riduttiva la tua analisi, superficiale sui contenuti dello scritto (per me vale più la sostanza che la forma) e soprattutto non trovo riscontro di questa tua vergogna nei tuoi scritti... visto che parolacce le usi anche tu in vari post ed usi del tu a persone che conosci solo dalla tv.
Celentano (volente o nolente) ha una sua celebrità ed ha una sua "familiarità" con le persone italiche, che gli permette di essere quello della porta accanto... di essere solo "Adriano".
Capirei se fosse stato pesantemente volgare... ma ritrovo nel suo scritto, la sua solita indole (che a me non piace).

3:19 PM  
Blogger ordinegenerale ha detto...

Caro Tetsuo,
la risposta si è fatta troppo lunga per il poco spazio concesso dai commenti.
La trovi qui:
http://ordinegenerale.blogspot.com/2008/05/questione-di-formalismi.html

Saluti

4:06 PM  

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