Tommaso Pincio, giovane scrittore, recensisce su Rolling Stone [aprile 2009, p. 178] il libro Musica di plastica – la ricerca dell’autenticità nella musica pop (ISBN, 256 pp., 29,00 €) di Hugh Baker & Yuval Taylor. Libro di cui avevo sentito parlare bene già quando uscì oltremanica qualche anno fa con il titolo di Faking It! (Faber & Faver, 288 pp., 14,99 £). E libro che oggi, durante la mia scorribanda settimanale o quasi in libreria, ho acquistato malgrado il prezzo che spero mi sarà ricompensato dalla lettura. Caso vuole che la recensione del Pincio l’abbia letta pochi minuti fa, quindi dopo aver acquistato il tomo; e siccome oggi, tornato a casa, il libro ho iniziato a sfogliarlo spinto dalla curiosità, finendo per leggerne poco meno della metà (la rima non è voluta), ho capito che il Pincio il libro l’avrà sfogliato pure lui, magari leggiucchiato qua e là saltando a pie’ pari mucchi di pagine, e poi buttato giù una recensione. Nel primo capitolo si parla di Kurt Cobain? La recensione parlerà moltissimo di Kurt Cobain – e capirai che fatica, dal momento che il nostro su Cobain ha già scritto nel 2002 il romanzo Un’amore dell’altro mondo (Einaudi, 302 pp., 8,50€). Nel primo capitolo la tesi di fondo dei due autori è che il voler rimanere autentico a tutti i costi ha portato Cobain ad uccidersi pur di non deludere i suoi fans? Nella recensione si scriverà che la tesi è «tanto melodrammatica quanto discutibile» - ma le altre, di tesi, quelle sparse negli altri capitoli? Nel primo capitolo sta scritto che Courtney Love – moglie di Cobain – una volta ha detto «fingo talmente bene che ormai mi viene spontaneo»? Si chiude la recensione con «O forse ha talmente ragione Courtney Love nel dire», segue citazione. Nel primo capitolo si cita la trasmissione Unplugged di MTV come paradosso? Nella recensione sta scritto che «senza contare il paradosso che a proporre una simile macchina della verità è stata l'emittente colpevole di avere trasformato la musica in un prodotto dove l'occhio la fa da padrone.» Risultato: sembra un libro che parla dei Nirvana, del blues nero americano, dei Public Image Ltd, della sociologia musicale ai tempi di MTV e di poco altro deducibile dall’indice. L’importante – ho pensato io che però sono un po’ stronzo – era far contenti Massimo Coppola (direttore editoriale ISBN, editorialista di Rolling Stone), Alberto Piccinini (senior editor ISBN, collaboratore di Rolling Stone) e Claudio Antonelli e Fabio De Luca (rispettivamente direttore e vicedirettore di Rolling Stone, entrambi autori del libro Disco Inferno, uscito per ISBN). La più classica delle affettuosità editoriali, quindi. E non è che siccome c'è un leggero conflitto di interessi tra autori, editori, direttori, etc il libro non meriti lo spazio che ha avuto, figuriamoci se sto qui io a far la morale sui conflitti veri o presunti. Semmai, è il tenore della recensione che insospettisce. Se la leggevo prima, col cazzo che tiravo fuori 29 euro in tempo di crisi – e nonostante continuino a dirmi che il libro sia proprio bello. Semmai ci ritorniamo sopra.
Etichette: editoria, Rolling Stone magazine
2 Commenti:
Il costo è una stupenda mazzata.
Il testo è sin troppo specialistico, taglia fuori un'ampia nicchia di lettori appassionati ma non così tecnici che - a parere mio - resteranno disorientati o delusi dall'opera.
La mossa nirvana, che dire? Guardiamo a come si chiude la copertina!! Senza la "sindone cobainiana" chi li tira fuori 29 sacchi??
senza rancore aggiungerei che le affettuosità editoriali di cui parli, che esistono ci mancherebbe e si chiamano più correttamente "marchette", sono altre e si fanno in un altro modo. qui parliamo veramente di briciole. comunque musica di plastica parla anche di cobain, anzi ne fa il "caso" che apre il libro, da qui la scelta della foto di cobain in chiusura. pincio sceglie di recensirlo un po' come gli pare, dove sta il problema? ancora: io, massimo, antonelli, da luca ci conosciamo da tempo e lavoriamo insieme, dov'è il problema? quanto al valore (e anche all'unicità) di musica di plastica questa sta nel raccontare parecchie altre storie che hanno a che fare con l'autenticità e la musica pop, dai monkees a gloria gaynor. se sono troppo specialistiche non so, sinceramente non mi pare, di certo sono sufficientemente argomentate perchè al limite uno si scarichi una dozzina di canzoni e capisca di cosa si sta parlando. altrimenti a che servono i libri? quanto ai 29 euri ti garantisco che ci piange il cuore ogni volta che dobbiamo stabilire il prezzo di un libro, ma ti garantisco che è sempre il più basso possibile per i costi e il funzionamento del mercato editoriale in Italia.
alberto piccinini
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